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Juventus, dopo l'addio di Allegri tutti le strade portano a Sarri e Inzaghi: gli ultimi indizi

Davide Locano
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La scenetta alla Mourinho che ha visto come protagonista Simone Inzaghi nei minuti immediatamente successivi alla conquista della Coppa Italia (la medaglia tolta subito dal collo e delle dichiarazioni che avevano il sapore dell' addio) aveva fatto il paio nell' elenco degli indizi che vogliono l' allenatore della Lazio lontano dalla Capitale già a fine mese. Il primo, nemmeno così celato, era stato il rapporto difficile col presidente Lotito. Il terzo, che a questo punto costituisce una prova, è arrivato ieri, con la cancellazione della conferenza stampa di presentazione del match di oggi contro il Bologna. Già, perché il suo nome è ormai da mesi accostato alla panchina della Juve e peraltro proprio l' avversario Mihajlovic potrebbe essere un suo eventuale erede alla Lazio. Il suo sarebbe il profilo giusto per riaprire un ciclo con la Signora, anche se dal punto di vista della personalità paga ancora l' inesperienza. E del resto, la possibilità di allenare Cristiano Ronaldo non è che ce l' abbiano avuta in molti. A Torino quindi stanno aspettando che si aprano altre porte. In una di queste potrebbe esserci dietro Mourinho, in un' altra Mauricio Pochettino, in un' altra ancora Maurizio Sarri, corteggiato anche dalla Roma. Leggi anche: Juventus, il sospetto di Pistocchi sull'addio di Allegri Roma che ha provato anche a contattare Allegri, un tentativo che però equivale a quello fatto per Conte: un sogno ad occhi aperti. Ben più verosimile invece sarebbe la strada che porta a Marcelo Bielsa. Il «loco», dopo esser stato a un passo dalla panchina della Lazio nel 2016 (e dal suo rifiuto nacque l' epopea di Simone Inzaghi), potrebbe arrivare nella Capitale sulla sponda giallorossa del Tevere. Sarebbe però un nome di ripiego qualora Gasperini non riuscisse a liberarsi dall' Atalanta e Sarri confermasse l' idea ribadita più volte a parole di rimanere al Chelsea (molto dipenderà dalla finale di Europa League del 29 maggio). Il nome di Conte era già uscito da tempo dal toto-allenatori per via del patto tra galantuomini siglato con Marotta, a suggellare il primo pensiero dell' ex ad della Juve da quando è arrivato in nerazzurro. Prima della gara col Napoli, Marotta ha speso di nuovo parole al miele per Spalletti: «Sta portando a termine l' obiettivo richiesto, ha un contratto con noi e quindi noi siamo qui a giocarci un obiettivo importante». Tuttavia, non significa che resterà lui. Anzi, semplicemente il motivo dell' addio non dipende dalla mancanza di fiducia nei confronti del tecnico di Certaldo. L' Inter vuole pensare in grande e avere un mister... grande. Un po' quello che vorrebbe il Milan, con Gattuso che cova ancora il sogno Champions ma che almeno ha centrato l' Europa League, provando a «battere cassa» dopo la vittoria col Frosinone: «Spero di continuare qui». I rossoneri, che rischiano di trovarsi invischiati in un affaire Leonardo, avrebbero voluto puntare su Pochettino ma senza Champions diventerebbe impensabile. Di Francesco, invece, aspetta solo una chiamata. di Daniele Dell'Orco

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