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Inter, Antonio Conte si presenta: ecco come sarà la sua squadra

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Davide Locano
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«Io non mi pongo limiti». È questo il mantra che ha accompagnato la carriera da calciatore (prima) e da tecnico (poi), di Antonio Conte. Un pensiero che ha voluto ribadire, con forza, anche nella sua prima conferenza da allenatore dell' Inter. Una tenacia, una voglia e uno spirito combattivo che ha ricordato, per la gioia dei tifosi nerazzurri, il carattere e lo stile di un interista doc come José Mourinho. Se si volesse tradurre, in maniera semplicistica con uno slogan, il pensiero di Conte di ieri verrebbe da citare un Mourinho meneghino d' annata (2008) e dire che anche Antonio "non vuole essere un pirla". Conte poi ha voluto subito far sognare i tifosi, non escludendo la possibilità di vincere subito se tutti saranno «feroci e concentrati» sull' obiettivo. Ha stimolato l' orgoglio nerazzurro, quando ha motivato la scelta di accettare l' offerta di Zhang e Marotta: «È stato semplice», ha chiarito l' ex ct azzurro, «il club ha la mia stessa voglia di costruire qualcosa di importante, è stato questo il motivo che mi ha spinto ad accettare». Ha immediatamente trovato il primo ostacolo da superare, o il primo obiettivo da raggiungere: «Si è creato un gap enorme con due squadre, soprattutto con la Juve, ma anche con il Napoli. Dovremo lavorare tanto, meglio degli altri». Ha poi spiegato di aver trovato «una buona base di partenza» per la quale ha ringraziato il suo predecessore Luciano Spalletti. dettami tecnici Un debutto in cui l' allenatore ha voluto mettere in chiaro subito i suoi dettami tecnici (la difesa a tre), ma anche comportamentali. Leggi anche: Inter, il piano per vendere Icardi e Nainggolan L'Inter, scegliendolo, ha voluto dare un segnale al campionato, ma anche agli stessi giocatori. E Conte lo sa e lo ha voluto sottolineare: «Mi sento addosso una grande responsabilità, sono pronto a prendermela, dividendola con i miei calciatori, per vivere una stagione da protagonisti», ha precisato. E allora ecco i suoi "comandamenti" che ha sempre voluto rispettare in tutte le sue precedenti "scelte di vita". «Una cosa pretenderò da tutti, uscire con la maglia sudata. Ringrazio Marotta che mi ha definito un top player. Ma i top player dobbiamo averli in campo». Il tecnico è poi entrato nel dettaglio tecnico, parlando anche delle spine Icardi e Nainggolan: «Per quanto mi riguarda mi sono allineato alla volontà del club. Io e il club dobbiamo essere un' unica cosa. La società ha avuto il tempo necessario per valutare bene la situazione, prendere le decisioni e poi agire», ha sentenziato. mercato Accanto a Conte, l' uomo che lo ha voluto sulla panchina interista: Beppe Marotta. Anche l' ad nerazzurro ha detto la sua sulla scelta di ritenere Maurito e il centrocampista belga fuori dal progetto tecnico: «Quando decidi qual è il tuo progetto devi identificare chi può starci dentro», ha osservato, «la conclusione a cui siamo arrivati è sofferta. Non mancheremo di rispetto a loro, si alleneranno con noi, noi rispetteremo diritti e doveri». Sulla possibilità che Icardi vada alla Juve, Marotta ha spiegato che al momento «non ci sono le minime condizioni» e «lo scambio con Dybala per adesso è utopistico, però tutto è aperto e stiamo alla finestra vedendo cosa succede». D'altro canto dall' entourage dell' argentino è stata più volte ribadita la volontà di rispettare il contratto con l' Inter che scade nel giugno 2021. L' ad ha poi anche parlato delle altre trattative di mercato: «Stiamo cercando di allestire una squadra competitiva, abbiamo obiettivi importanti ma dobbiamo rispettare l' equilibrio finanziario», ha ribadito. Su Dzeko ha precisato «è un obiettivo, ma tutto va valutato. Il fatto che il giocatore abbia dato l' assenso al trasferimento all' Inter non significa più di tanto, è una fase interlocutoria». Infine il benvenuto a Oriali: «Il suo ritorno gioverà a tutti noi, siamo orgogliosi della scelta fatta». di Giampiero De Chiara

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