Lewis Hamilton e i test in Formula 1: "Ci sono piloti felici di farlo, proprio non li capisco"
Una lunga e appassionante intervista al pilota di Formula 1 destinato a frantumare ogni record, Lewis Hamilton, il campione del mondo in carica della Mercedes e a un passo dall'ennesimo titolo, in una stagione in cui, contro di lui, semplicemente non è possibile vincere. Un'intervista pubblicata sulla Gazzetta dello Sport in cui si parla anche dei tecnici della scuderia. Capita mai di litigarci? "Li sfido ogni giorno. In McLaren era difficile. C'erano cose che volevo, sapevo avrebbero funzionato. Ma all'inizio in squadra c'era Alonso, un due volte campione del mondo, e seguivano lui. Poi sono sempre stato percepito come un pilota giovane - rimarca il britannico - . Quando sono arrivato in Mercedes, invece, mi hanno ascoltato tanto", confida Hamilton. Il quale poi aggiunge che "i contrasti più grandi con i tecnici, in cui restiamo sulle nostre posizioni perché siamo tutti testardi, arrivano quando si fidano troppo dei dati dei computer mentre io traduco le sensazioni da pilota. Ogni tanto serve un po' di lotta per rompere la rigidità, ma quando alla fine riesco a imporre la mia idea e funziona mi piace moltissimo. È una soddisfazione, perché tutti questi ingegneri hanno studiato un sacco e sono super intelligenti. Quando invece ha ragione il pilota e può buttar lì un te l' avevo detto è tanto divertente". Leggi anche: Ferrari, dietro la crisi c'è la politica Interessante la risposta che Lewis dà quando gli chiedono se, dopo 13 stagioni nel circus, è possibile annoiarsi guidando una Formula 1. "A me non piacciono i test, quelli di gomme in particolare. - premette Hamilton -. C'è gente che si taglierebbe un braccio per fare il mio mestiere, ma come in tutti i lavori del mondo c'è una parte che col tempo diventa noiosa. Ci sono prove in cui i primi 20 giri sono belli, poi pensi che ne devi fare altri 100 e ti dici Oh, mamma. Sai già come va la macchina, non c'è competizione, non è il massimo del divertimento. Ai test non sono molto interessato. Primo: non mi diverto. Secondo: non mi migliora come pilota - confessa -. Ma in Bahrain, dopo il GP, provavamo qualcosa che avevo segnalato a Barcellona e aveva richiesto un mese per ottenere i pezzi: lì ho girato io, non volevo che un altro valutasse se quella era la direzione giusta. Sfortunatamente è piovuto, così non mi sono sparato i soliti 120 giri. Ma ci sono piloti felici di farlo, alcuni amano girare in tondo tutto il giorno. Non li capisco", conclude, come sempre senza alcun tipo di pelo sulla lingua.