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Inter, Antonio Conte ne fa fuori un altro. Dopo aver escluso Icardi e Nainggolan, boccia anche Perisic

Cristina Agostini
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Vi sveliamo un segreto che non sa nessuno: a Conte piace molto Lukaku. Lo vuole proprio. Ve ne sveliamo un altro, una sorta di scoop che ci sentiamo di dare: Icardi e Nainggolan sono fuori dal progetto Inter. Ne aggiungiamo ancora uno, l' ultimo, il più fresco e prezioso: anche Perisic può iniziare a far fagotto. Dice così, Conte Antonio, al termine di Manchester United-Inter 1-0: «Perisic? Stiamo lavorando, ma le risposte non sono positive. Non penso sia adatto per fare il ruolo che gli chiedo (esterno sinistro a tutta fascia, ndr). Quindi l' unica zona del campo in cui può giocare in questo momento è l' attacco». Che è come dire: «Oltre alle punte abbiamo bisogno di un esterno sinistro». E poi, a sparigliare le carte: «...In compenso ho visto Dalbert, che ha giocato una partita di grande applicazione». E a questo punto ci tocca fare un passo indietro. A Singapore c' è un bello stadio pieno, prevalgono i tifosi dei Diavoli Rossi ma tant' è, la Premier League ha venduto bene il prodotto-calcio in giro per il mondo. E si vede. Come da previsioni la formazione dell' Inter è un filo preoccupante: affidabile in difesa, meno a centrocampo, inesistente in attacco, con Longo ed Esposito chiamati a rappresentare le bocche di fuoco dell' effecì internazionale, mica del Baracca Lugo (con tutto il rispetto). Dall' altra parte questo e quell' altro fenomeno dei quali ci interessa relativamente perché l' unico che conta è Lukaku, bello sereno in panchina a causa di un infortunio e visibilmente stufo di stare dove sta (glielo si legge negli occhi). I due (Conte e attaccante) si salutano come se fossero promessi sposi e alla fine la domanda è sempre la stessa: l' Inter riuscirà a convincere gli inglesi ad abbassare le pretese (85 milioni) o dovrà calare le braghe? Staremo a vedere. La partita va secondo le previsioni, con il Manchester che gestisce il pallone, l' Inter che regge bene in difesa ma non riesce a ripartire quasi mai. Il fortino crolla nel secondo tempo (gol di Greenwood al 31' st), le sostituzioni non si contano, alla fine sembrano tutti piuttosto sereni. Tutti tranne Conte e probabilmente Oriali: a questo punto della preparazione avrebbero voluto avere più certezze e meno punti interrogativi. Quello della corsia di sinistra, per dire, si somma a quelli relativi agli attaccanti: se Perisic «non va bene» significa che, oltre ad Asamoah, dovrai trovarne un altro. Come se fosse semplice. Totale: l' estate nerazzurra si complica, ma non è detto che arrabbiarsi ora sia un male (meglio fare chiarezza subito piuttosto che ritrovarsi con le pezze sulle chiappe a mercato chiuso). Capitolo Dzeko: le parti restano «strategicamente distanti». E cioè: tutti sanno che il giocatore si è promesso ai nerazzurri, ma l' offerta milanese non va oltre i 12 milioni, mentre a Roma ne vogliono 20 e per lanciare messaggi bellicosi ieri hanno fatto giocare il bosniaco in amichevole. Fine. Anzi no. Può un articolo sull' Inter terminare senza novità sul caso-Icardi? No. La novità è sempre la solita: non ci sono novità. Molti parlano di patto tra giocatore e Juventus, la verità è che la moglie/agente insiste («Mauro, devi decidere dove vuoi andare») ma lui, ad oggi, resta irremovibile («Sono interista»). L' estate è lunga, purtroppo. di Fabrizio Biasin

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