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Marco Giampaolo, il Milan vince ma per lui si mette male. Lungo summit coi dirigenti, chi avvistano in tribuna

Giulio Bucchi
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Vince ma non convince, il Milan di Marco Giampaolo. E a guardarlo, in tribuna, c'era anche Massimiliano Allegri. Faticoso 1-0 al debutto in casa contro il Brescia, davanti a 50mila spettatori fiduciosi nonostante la sconcertante sconfitta all'esordio di Udine. Il mister ex Sampdoria stupisce tutti lasciando fuori per un'ora due tra le poche (pallide) star rossonere, Piatek e Paquetà, a cui preferisce niente meno che Andrè Silva e il solito Castillejo. A fine partita, si registra un lungo colloquio privato tra "il Maestro" e i dirigenti rossoneri. Si mormora si sia parlato di mercato (mandano due giorni, il Diavolo è ancora un cantiere aperto e ha bisogno assoluto di un paio di innesti "pesanti" tra centrocampo e attacco) ma i più maligni riferiscono di una richiesta di delucidazioni proprio sull'esclusione del bomber polacco e del centrocampista brasiliano, gli acquisti pesanti dello scorso gennaio e improvvisamente messi in dubbio. Anche per questo, sull'onda di uno scetticismo che sta montando giorno dopo giorno, la presenza stessa di Allegri, ex mister dell'ultimo lontano scudetto 2011 accanto a un altro illustre reduce, Adriano Galliani, ha insospettito molti: non è che a Milanello si sta già studiando il "piano B" in caso di fallimento di Giampaolo?

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