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Inter bonificata, il capolavoro di Beppe Marotta: tutti i casinisti sono andati via

Davide Locano
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Va dato a Giuseppe Marotta ciò che è suo. Cioè il merito di aver condotto un mercato esemplare, che rimarrà tale anche se i risultati dell' Inter dovessero essere insoddisfacenti. È un paradosso, ma è anche un modo per analizzare con obiettività l' operato del nuovo direttore. Marotta merita pieni voti perché ha raggiunto tutti gli obiettivi programmati e, soprattutto, perché questi obiettivi erano molti e per nulla semplici. In questi casi, fallirne almeno uno è la prassi, invece Marotta ha chiuso il cerchio. Un cerchio che, peraltro, aveva contribuito ad aprire in prima persona, in risposta ai casi di Nainggolan (i ritardi), Perisic (la richiesta di cessione) e Icardi. Leggi anche: Stefano Sensi conquista l'Inter... e la sua fidanzata pure La sequenza temporale con cui i problemi si erano palesati è stata anche quella con cui sono stati risolti. Prima è stato ceduto il Ninja al Cagliari, poi il croato al Bayern Monaco e infine, allo scadere, Maurito al Psg. Tutti e tre sono partiti in prestito (secco per Radja), su Perisic e sull' argentino pende un diritto di riscatto, nessun obbligo, dunque potrebbero tornare tutti alla casa base la prossima estate. Ma, ad oggi, non è questo il punto: il punto è che Marotta è riuscito a cederli nonostante fossero stati dichiarati come esuberi pubblicamente, e dunque tutto il mondo sapeva di poterli prendere a prezzo di saldo. Invece, potenzialmente, Perisic e Icardi sono partiti al giusto prezzo: 25 milioni il primo, 70 il secondo, tra prestito e riscatto. Marotta è stato trasparente a inizio estate, cioè quando, secondo i più, era da pazzi esserlo. È stata una scommessa coraggiosa, con una posta in palio altissima. Vinta. Così ha dato forza alla società, ha dimostrato coerenza, ha in sostanza trasformato un problema (anzi, tre) in un' occasione di crescita. CAPOLAVORO Il capolavoro è stato la cessione di Icardi perché era quella più improbabile. Eppure ha soddisfatto tutti. Contestualmente al prestito, l' Inter ha imposto a Mauro il prolungamento di contratto fino al 2022, in modo da preservarne il valore nel prossimo giugno, quando scadrà il prestito al Psg, si sarebbe ritrovata ad un anno dalla scadenza. Inoltre, cedendolo all' estero, non ha rinforzato le dirette concorrenti, Juve e Napoli. Nel frattempo risparmia sull' ingaggio, il tutto fecendo guadagnare 2,5 milioni al giocatore, pagati però dal Psg, e evitando che rimanesse fermo in tribuna, impegnato nella causa all' Inter. L'Inter sta educando i suoi giocatori al rispetto, espellendo quelli che, a parer di chi la guida, non l' hanno avuto. Tutti insieme, senza preferenze. Così la società dà l' idea di essere oggettiva. E la tripla cessione ha anche un alto valore simbolico aggiuntivo, perché riguarda i tre cardini del corso targato Spalletti, cioè i giocatori a cui non si poteva, né si voleva, rinunciare. Passa il messaggio che nessuno è indispensabile, nemmeno i migliori, e che tutti debbano guadagnarsi l' Inter. Il risultato è un ambiente ideale per l' unica eccezione, l' unico fuoriclasse identificato dalla società, cioè Conte. Che ora può lavorare nel suo habitat ideale, privo di incongruenze. Comprese, per inciso, quelle della lista Champions: della prima squadra è stato escluso solo Berni, il terzo portiere. di Claudio Savelli

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