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Zlatan Ibrahimovic al Milan, i "contro" del ritorno: il suo super-ego può fare altri danni

Giulio Bucchi
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Il ritorno al Milan di Ibra ha già raggiunto lo scopo: dare un contentino ad un ambiente depresso. Ma non è detto che lo svedese riesca ad essere più di una mossa di marketing. 1) PERSONALITÀ... TROPPA: il Milan è quella squadra che ne ha presi 5 dall' Atalanta senza colpo ferire e che è apparsa molle in più occasioni. Zlatan può essere un toccasana, ma può avere anche l' effetto inverso: si dice che chi non ha carattere non può giocare con lui, allo stato attuale dovrebbe scendere in campo da solo, o quasi. 2) LA PROGETTUALITÀ: i fuoriclasse sono senza età. Il problema semmai è che Ibra gioca proprio nel ruolo in cui il Milan ha più bisogno di valorizzare i giovani. Krzysztof Piatek, 24 anni, è costato 35 milioni ed è già in forte calo. Poi c' è Rafael Leao, 20 anni e acquistato per 30 milioni: anche lui è in una fase di depressione dopo un buon impatto iniziale. Il Milan ha 65 milioni d' investimento da tutelare, prendere Ibrahimovic che giocherà al posto di Piatek e Leao non sembra il modo migliore di farlo. 3) QUESTIONE TATTICA: per il discorso di cui sopra e anche per la morìa di esterni offensivi (l' unico di ruolo sarebbe Suso, meglio non infierire), il Milan con Ibra dovrebbe cambiare modulo. Due punte e difesa a tre può essere? Sarebbe la cosa più logica da fare, magari con l' acquisto di un difensore affidabile e di un centrocampista che metta ordine in una mediana che finora non è stata né carne né pesce. 4) L' INCOGNITA AMERICANA: Ibra negli Stati Uniti ha vissuto due stagioni da re indiscusso, ma in Europa da marzo 2017 in poi è stato infortunato per quasi tutto il tempo. Per questo il Manchester United non aveva opposto resistenza alla partenza. Adesso Zlatan è integro, ma la domanda è se riuscirà a fare la differenza dopo due anni poco competitivi. Anche perché le difese italiane saranno pronte a tutto pur di non farlo segnare. 5) HA FATTO L' AFFARE: d' altronde doveva scegliere tra il Milan e il ritiro. Lo svedese ha sempre amato la competizione, ma per una volta potrebbe aver scelto la pensione dorata, dato che le condizioni economiche offerte erano irrifiutabili per un 38enne. Lui l' affare l' ha fatto a prescindere dal risultato, il Milan invece si sta giocando la faccia con questa operazione. di Gabriele Galluccio

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