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Il pagellone del mercato di serie A: la Juventus è più debole, l'Inter si avvicina. Fiorentina e Verona super

Gabriele Galluccio
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La prima notizia del mercato di gennaio è che la Juventus non si è rafforzata, semmai si è indebolita. Ha pagato Kulusevski con Emre Can, ma il primo arriverà a giugno, il secondo se ne è già andato. Quindi riconsegna a Sarri la rosa con un giocatore in meno. La Juve rischia oggi per migliorare un domani, confidando che quei tre punti sull'Inter possano bastare. È un mercato sufficiente (voto 6) perché Kulusevski è adatto al progetto, non lo è se confrontato a quello dell'Inter (7). I nerazzurri hanno ragionato al contrario: muoversi oggi per oggi. Moses e Young non hanno bisogno di tempo, Eriksen nemmeno e compensa il mancato rinforzo in attacco perché porta la squadra ad un livello superiore. L'Inter si avvicina alla Juve, a patto che Conte sappia ricostruire gli equilibri. Per approfondire leggi anche: Eriksen è la rivincita di Wanda Nara Alla Lazio (5) sfugge Giroud perché è stata un'idea degli ultimi giorni. L'errore è stato non pensarci prima, quando il Chelsea si era detto disponibile. La Lazio è sembrata accontentarsi quando avrebbe potuto valorizzare la classifica e candidarsi con più forza allo scudetto. Bastava poco. L'immobilismo biancoceleste è stato compensato dall'iperattività della Roma (5.5). Però l'addio di Florenzi e l'infortunio di Zaniolo non possono essere compensati da tre scommesse come Perez, Villar e Ibanez. Iniziano a essere tanti i giovani, forse troppi. Tre delle prime quattro hanno deluso, ma è l'eccezione che conferma la nuova regola del mercato di gennaio, ricco e coraggioso. Si è distinta la borghesia del calcio italiano. L'Atalanta ad esempio è stata intelligente, furba, caparbia (7): ha incassato una sessantina di milioni con Kulusevski, Barrow e Ibanez che non hanno mai contribuito alla causa e ha ripreso Caldara, che pagherà solo se tornerà quello di una volta. Poi si è portata avanti con i soliti semisconosciuti (Sutalo, Tameze, Czyborra) adatti al sistema di Gasperini. Buono anche il mercato del Milan (6.5), soprattutto per le uscite. Era il momento di vendere Piatek e Suso, prima che i valori decadessero, ed è stato fatto a buon mercato. Ibra è un'ottima idea perché era quello che serviva, una novità dopo tanti acquisti sbagliati. Dal vagone dell'Europa League, spunta il Parma (7). Caprari, Kurtic e Radu sono rimedi improvvisati agli infortuni e all'ammutinamento di Gervinho, ma sono in linea con il progetto e i bilanci. Il Cagliari (6) si è concesso Gaston Pereiro, ma avrebbe potuto sistemare la difesa per il salto di qualità. Il Verona (7.5) ha trasformato in soldi l'ottimo girone d'andata (tra Rrahmani e Amrabat ha messo in conto 35 milioni, in attesa di Kumbulla), ma ha mantenuto tutti in rosa. In più ha aggiunto a costo zero Borini e Dimarco: un piccolo capolavoro. Si salva, guadagna e pianifica. Il Napoli (7) sfrutta una stagione storta in un'occasione per gettare nuove basi, assecondando le richieste di Gattuso. Vuol dire che è convinta di lui e recupera il tempo perso. Anche la terra di mezzo si è mossa con idee e ambizione, ad eccezione del Torino (4, inspiegabilmente aperto solo alle uscite). Più che il Bologna (6.5: Dominguez e Barrow sono ottime scommesse), spicca la Fiorentina (7.5). Commisso ha speso tanto e bene perché i giocatori sono tutti giovani da valorizzare (Amrabat, Agudelo, Igor) o rilanciare (Duncan, Cutrone, Kouamé). Così acquista credibilità, oltre che nuovi calciatori. Come spesso accade, in fondo si muove di più chi ha entrambi i piedi nella palude. Il mercato di Sassuolo, Udinese e Samp (6) è ad impatto zero. Il Lecce, senza spendere, rastrella esperienza (6), così come il Genoa (5.5), che però rivoluziona per l'ennesima volta la rosa, confermando l'assenza di un progetto. Ricicla vecchi nomi (Destro, Perin, Iago Falque), sperando tornino quelli di un tempo. Il Brescia avrebbe potuto muoversi di più (5.5: Bjarnason e Skrabb spostano poco), come la Spal (6.5), che con Bonifazi, Castro, Cerri, Zukanovic e la permanenza di Petagna, sistema la squadra e aumenta le possibilità di salvarsi. di Claudio Savelli

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