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Kobe Bryant non è morto per una fatalità. Nel giorno del tributo la moglie denuncia la società dell'elicottero

Giulio Bucchi
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Non è morto per una fatalità, Kobe Bryant. Nel giorno del tributo allo Staples Center all'ex stella dei Los Angeles Lakers e alla figlia Gianna, gli avvocati della vedova Vanessa hanno annunciato di aver intentato una causa contro la società che ha utilizzato l'elicottero che si è schiantato nei pressi di Los Angeles lo scorso 26 gennaio provocando la morte di Kobe, sua figlia e altre 7 persone.   Leggi anche: "Un eroe, ma anche uno stupratore". Kobe Bryant, lo sfregio di Evan Rachel Wood La denuncia presso la Corte Suprema della Contea di Los Angeles si rivolge contro la Island Express Helicopters e la Island Express Holding Corp., affermando che il pilota Ara Zobayan, uomo di fiducia di Kobe anch'egli deceduto nell'incidente di Calabasas, ha agito con negligenza e che la morte di Bryant è stato un risultato diretto di questa condotta.

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