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Diritti tv, la Lega Calcio

indagata dall'Antitrust

Dario Mazzocchi
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Come tradizione comanda, l'estate del calcio non è fatta solo di mercato, ma anche di polemiche al di fuori del campo da gioco: l'antitrust ha infatti avviato un'istruttoria nei confronti della Lega Calcio per abuso di posizione dominante nei diritti tv. In questo modo verrà accertato se la Lega Calcio, nel predisporre i pacchetti dei diritti tv della serie A per le stagioni 2010-2011 e 2011-2012, abbia abusato della sua posizione dominante nella commercializzazione in via centralizzata dei diritti stessi. Contrasto con i principi di concorrenza - Secondo l'Autorità le modalità di formazione dei pacchetti scelte dalla Lega Calcio “potrebbero risultare in contrasto con i principi posti a tutela della concorrenza”, dal momento che “appaiono ritagliati su misura dei principali operatori di pay tv, con l'effetto di non garantire lo svolgimento di una procedura effettivamente competitiva e di ostacolare l'ingresso e la crescita di altri soggetti”. La Lega Calcio “sembrerebbe aver preferito determinare le condizioni per una minore competizione tra gli operatori della pay tv nello sfruttamento dei diritti, per assicurarsi gli introiti attesi, limitando l'incertezza legata al risultato della gara”. Il minore grado di concorrenza tra gli operatori della pay tv che ne potrebbe derivare “può evidentemente avere effetti negativi sui consumatori, che potrebbero dover pagare prezzi più alti a fronte di un'inferiore varietà e qualità dell'offerta”. Il potenziale effetto distorsivo della concorrenza era già stato evidenziato dall'Autorità nel provvedimento di approvazione delle linee guida del 1° luglio: nel documento veniva chiesta alla Lega la definizione di più pacchetti nell'ambito di ciascuna piattaforma, proprio per promuovere la massima partecipazione possibile alle procedure competitive e l'ingresso di nuovi operatori, nonché lo sviluppo di una concorrenza infra-piattaforma. Secondo l'Antitrust, i pacchetti definiti dalla Lega Calcio “non risultano inoltre adeguati a garantire condizioni di assoluta equità, trasparenza e non discriminazione ai partecipanti alle procedure competitive e a consentire una partecipazione alle stesse da parte di una pluralità di operatori delle diverse piattaforme, come invece richiesto dalla normativa vigente”.

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