Spara ad alzo zero , il presidente della Juventus Andrea Agnelli. Proiettili per Prandelli, Abete e per il favorito nella corsa alla presidenza della Figc, Carlo Tavecchio. Al convegno "L'impatto economico dello sport" alla Camera dei deputati, il numero uno bianconero parte da un confronto: "A livello internazionale abbiamo nell’Eca e nella Uefa due grandi ex calciatori come Rummenigge e Platini. La gente schizza in piedi perché riconosce in loro autorevolezza immediata. Faccio fatica a pensare che lo stesso trattamento possa essere riconosciuto a Tavecchio da questo punto di vista. Se il calcio ha bisogno di riforme serve un intervento profondo, radicale e riformista per una programmazione a medio e lungo periodo. Non serve un traghettatore ma un riformista che ci porti in un’altra dimensione". Poi ci sono Abete e Prandelli: "Il tempo che ci hanno dato con le loro dimissioni da presidente federale e da ct è molto limitato e questo rende tutta l’analisi molto più complicata. Peraltro dimissioni parziali, quelle di Abete, perchè invece le cariche alla Uefa e al Coni le ha tenute, quindi a mio giudizio per coerenza a questo punto dovrebbe dimettersi anche dalle altre posizioni". Tornando alla candidatura di Tavecchio, Agnelli spiega ancora che "noi faremo valutazioni per cercare qualcosa di nuovo. Albertini corrisponde senz’altro all’identikit del presidente necessario in questo momento. Così come lo possono essere Cannavaro, Vialli, Costacurta. Sono giocatori del recente passato che hanno sufficienti esperienze dirigenziali e manageriali. Guardiamo alla generazione di calciatori che hanno giocato a cavallo degli anni 2000,sicuramente è gente che saprebbe rappresentare il calcio in maniera importante".