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Juventus, avanti in Coppa Italia col brivido: Genoa ko solo ai supplementari, ecco la vera colpa di Pirlo

Claudio Savelli
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 La colpa di Pirlo non è il gioco della Juventus, quello inizia a vedersi con più continuità, ma è l'eccesso di turnover. La scelta della formazione è un piccolo difetto di inesperienza che costa 120' con il Genoa. Porta il danno, non la beffa perché ai supplementari Pirlo estrae Rafia dal cilindro per il 3-2 definitivo in un'azione rugbistica e poi ringrazia Arthur per un salvataggio sulla linea. Il tecnico bianconero sa che la Juve è nel bel mezzo del mese peggiore e che gli ottavi di Coppa Italia erano il checkpoint tra Milan, Sassuolo, Inter e la Supercoppa contro il Napoli. Sa anche di giocarsi molto personalmente in questo mese, per questo decide di rischiare dove il fallimento sarebbe stato accettato con meno problemi: la Coppa Italia, appunto. Infatti solo tre giocatori schierati tra i primi undici giocheranno titolari anche contro l'Inter. È un segnale chiaro. L'inizio di partita con due reti rapide (Kulusevski e Morata), poi, non aiuta Pirlo ma alimenta il fuoco con cui quest' ultimo ha scherzato. Gol e poi gestione: la Juve ci prova spontaneamente ma non ne è più capace. Ha smarrito questa abilità nel tragitto tra Allegri e Sarri. Ora non abbassa il ritmo ma abbassa se stessa, cedendo metri all'avversario sul campo. Il problema ulteriore è che gli avversari che rinunciano al gioco sono sempre meno. Vedi il Genoa con Ballardini, che rimonta con Czyborra e Melegoni e sottolinea il nuovo approccio alla Coppa delle "altre", visto che segue la resistenza di Fiorentina e Torino con le milanesi. Poi paga nel finale, ma intanto trova il Genoa. Pirlo, invece, trova i quarti, non ancora una Juve compiuta e continua dall'inizio alla fine. 

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