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Luisi Muriel, consacrazione definitiva a Bergamo: in gol ogni 57'. L'Atalanta ha il suo Ronaldo

Daniele Dell'Orco
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Luis Muriel è un calciatore maledetto. Uno di quei talenti che, quando appenderanno gli scarpini al chiodo, verranno ricordati come i fenomeni del "se avesse". Il colombiano, fin dai tempi di Lecce, era indicato come uno dei prospetti più dotati della scena internazionale. «Se avesse continuità sarebbe come Ronaldo», si diceva. Intendendo come termine di paragone Ronie il brasiliano, anche per una vaga somiglianza fisica e di certi movimenti nel breve. Poi, con pochi lampi da vagabondo del calcio (dall'esordio in Colombia col Deportivo Calì ha vestito altre 7 maglie), è finalmente esploso alla corte di Gian Piero Gasperini, alla soglia dei 30 anni (li compirà tra 10 giorni).

Ma nonostante i numeri mostruosi della scorsa stagione, e ancor più di quella in corso, il suo talento è così disarmante e puro che, cè da scommetterlo, in molti staranno dicendo «finalmente, ma se avesse avuto continuità sarebbe diventato come Ronie». A lui, però, interessa solo danzare. In campo come fuori, dribblando avversari o richiamando le melodie latine interpretate dal suo ex compagno Papu Gomez, di cui ha in un certo senso raccolto l'eredità tecnica nella Dea. Con una differenza. Quando c'era Gomez, Muriel era considerato il 12esimo uomo più efficace d'Europa: con gol, assist e prodezze sempre da subentrato. Ora, invece, col Papu nella sua ex Siviglia, Muriel a suon di reti si è guadagnato il posto da titolare.

Con la doppietta all'Udinese è arrivato a 18 gol in 27 giornate, gli stessi messi a segno in 34 giornate nello scorso anno. Nel 2021 in casa ha già segnato 8 volte, più di ogni altro giocatore nello stesso periodo. In generale, da inizio anno il bottino recita 11 reti (4 da subentrante, più uno in Champions), come Ronaldo (Cristiano, stavolta). La cosa ancor più straordinaria, però, resta la media reti, un po' il marchio di fabbrica di Muriel: in campionato segna ogni 57 minuti, ma considerando anche i 7 assist forniti (soltanto Çalhanoglu del Milan, Mkhitaryan della Roma e il compagno di club Zapata ne hanno serviti di più), mette lo zampino in azioni da gol della Dea ogni 41 minuti. Pur essendo solo 13esimo per minuti giocati in stagione, 1.658.

 

 

 

 

Chiaramente, prestazioni del genere lo rendono ora più che mai oggetto del desiderio di top club europei: dall'Inter al Barcellona, fino alla Juve che respira aria di rifondazione. Ma Muriel, per quanto talentuoso, è una creatura. Il creatore di questa macchina da gol è Gasperini. Prima di arrivare a Bergamo, infatti, Muriel aveva segnato 50 gol in campionato, ma in dieci stagioni. Solo due volte aveva superato la doppia cifra (entrambe con 11 gol, nel 12/13 con l'Udinese e nel 16/17 con la Samp). In nerazzurro invece ha già segnato 36 volte in due stagioni in serie A (41 in 79 partite tra tutte le competizioni). Nel 3-4-1-2 di Gasp, Muriel è diventato grande. Altrove, chi sa. Anche per questo il tecnico orobico se lo tiene stretto e, pur uscito acciaccato dalla sfida con l'Udinese (per un problema all'anca), vuole averlo pronto per la gara contro la Fiorentina, decisiva per la volata per il quarto posto. L'Atalanta baila, baila como Muriel.

 

 

 

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