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Tokyo 2020, l'oro nella 4x100? Jacobs-Desalu, il dettaglio che nessuno aveva notato: perché abbiamo vinto, il video

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Italia oro anche nella staffetta 4x100 alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Merito di Lorenzo Patta (frazione con partenza da fermo cronometrata in 10"558 dopo una reazione allo sparo di 0"154), di Marcell Jacobs (lanciata da 8"925), di Fausto Desalu (da 9"172) e di Filippo Tortu (da 8"845). La chiave vincente? L'azzardo. Lo mette nero su bianco alla Gazzetta dello Sport Filippo Di Mulo, il 61enne catanese referente del progetto 4x100 e del settore della velocità azzurra: "Siamo arrivati all'ultimo atto dopo aver realizzato il quarto tempo nelle semifinali del giorno prima quindi, per provare ad arrivare sul podio, avremmo dovuto azzardare qualcosa. E quel qualcosa, in staffetta, non possono essere altro che i cambi. Tanto poi quarti o ottavi cambia poco o niente".

 

 

Il secondo cambio, quello tra Jacobs e Desalu, è stato "allungato". Fausto, rispetto al turno precedente, al proprio punto di messa in moto ha poi aggiunto alcuni "piedi", l'unità di misura di queste operazioni, per farsi raggiungere un po' più avanti dal compagno, così da sfruttarne al massimo l'accelerazione. E il piano ha funzionato. Tanto che la Gazzetta parla di "passaggi di testimone perfetti, lunghi e rapidissimi". Tutti al limite però, intorno al 25° metro dell'area di 30, dentro il quale devono avvenire.

 

 

"Abbiamo fatto i nostri calcoli - conferma Di Mulo - e li abbiamo fatti bene. Nelle ore prima della finale andavo ripetendo: 'Se usciamo dal secondo cambio indenni è fatta, realizzeremo grandi cose'. Con tutta onestà pensavo al podio, non a una medaglia d'oro. E invece i ragazzi sono andati oltre ogni previsione. Tutti sono cresciuti da un punto di vista prestativo. Sono stati grandissimi, Tortu probabilmente ancora di più". E ancora, per sua stessa ammissione: "Questo era il mio schieramento dei sogni, ma per tanti motivi non ero mai stato in grado di proporlo in gara". Tutta una questione di scelte come quella di schierare Jacobs, in seconda e non in ultima frazione. Il motivo? Così facendo, chi corre il rettilineo opposto a quello di arrivo, ha a disposizione più metri rispetto a chi "chiude". E il suo potenziale, così, può essere meglio valorizzato. Una "formula" usata persino da Usain Bolt con la sua Giamaica. 

 

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