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Inter, i sauditi fanno vacillare Zhang: sul piatto 1 miliardo per il club

Federico Strumolo
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Le voci su una possibile cessione dell'Inter sono ormai una costante negli ultimi mesi. Ma adesso, in ambienti finanziari, c'è anche chi parla di accordo già trovato. Suning sarebbe pronta a cedere la società nerazzurra al fondo sovrano dell'Arabia Saudita, Pif (Public Investment Fund), per una cifra intorno al miliardo di euro. Si sussurra di un incontro avvenuto a settembre a Milano tra i vertici dell'Inter ed alcuni emissari sauditi, sbarcati in Italia per limare i dettagli della trattativa, oltre ad assistere al Meazza alla sconfitta della squadra di Simone Inzaghi contro il Real Madrid in Champions League (0-1, il 15 settembre). 

Le contrattazioni tra sauditi e cinesi sarebbero durate parecchi mesi, prima dell'accelerata delle ultime settimane. Andando nel dettaglio dei negoziati, Suning, alla ricerca di un compratore fin dall'inizio della sua crisi finanziaria (partita nel 2020 ed aggravata dalla pandemia da Covid), avrebbe rallentato le trattative in primavera, con la prospettiva di entrare nella Superlega (e garantendosi, quindi, un'impennata nei ricavi). Ma dopo il naufragio del progetto (almeno momentaneo), è stata costretta a tornare sui suoi passi. È evidente che una notizia di questo genere, se confermata, rappresenterebbe un affare per i tifosi interisti, considerando che Pif è un colosso con un fatturato di 500 miliardi di dollari al 2020.

E se non bastasse la cifra a far capire la potenza del fondo presieduto dal principe ereditario saudita Mohammad bin Salman Al Saud, basta pensare che il fondo del Qatar (Qatar Investment Authority), proprietario del Paris Saint-Germain, ha un fatturato inferiore di oltre 100 miliardi. Tra l'altro, l'approdo nel calcio da parte dei sauditi - che hanno già acquisito l'80% del Newcastle pagando 353 milioni di euro - potrebbe aprire una nuova pagina nella rivalità tra i due fondi. L'acquisizione dell'Inter, poi, farebbe parte di un piano più ampio dei facoltosi arabi. La volontà di Pif, infatti, sarebbe quella di ripulire la propria immagine nel mondo, grazie ad una serie di investimenti tra Europa ed America. Il progetto prevederebbe la creazione di un network nel mondo del calcio con l'acquisizione, oltre che di Newcastle in Inghilterra ed Inter in Italia, del Marsiglia in Francia e di un altro club in Brasile.

Il tutto segue l'acquisto, nelle ultime settimane, di quote di minoranza della casa modenese di hypercar Pagani (si parla del 30%). Ma l'interesse per l'Italia non dovrebbe terminare qui. In cantiere, infatti, ci sarebbero anche investimenti in grattacieli a Milano (e qui torna la rivalità con il fondo del Qatar, considerando che i recenti edifici di lusso nel quartiere Porta Nuova della città meneghina sono di proprietà qatariota). E poi, ovviamente, la questione stadio, da affrontare insieme ai cugini del Milan. L'impianto di proprietà sarebbe cruciale nel progetto arabo, e giustificherebbe l'alta valutazione fatta dalla società fondata da Zhang Jindong (come si diceva, di 1 miliardo di euro). Poter contare su uno stadio, infatti, permetterebbe di incrementare i ricavi del club, ma la situazione intorno a San Siro resta nebulosa.

Il sindaco Giuseppe Sala, infatti, pare ancora non aprire alla possibilità di un nuovo stadio, preferendo continuare a mantenere la proprietà del Meazza. Ieri, però, sul tema è intervenuto anche il presidente del Coni Giuseppe Malagò, il quale sarebbe seccato dalla poca chiarezza in vista delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina del 2026. «Non ho nessuna preoccupazione, ma ho il dovere di ricordare che noi abbiamo parlato con il Cio del Meazza - ricorda Malagò -. Noi dovremo avere un San Siro, poi quello che riterranno giusto fare non spetta certo a me dirlo. L'unica cosa che non si può fare è avere un cantiere. Comunque, Sala ha chiesto un incontro con Intere Milan». Traducendo le parole del numero 1 dello sport italiano, bisognerà presto arrivare ad una conclusione: San Siro rinnovato o un nuovo stadio, perché nel 2026 è lì che Malagò ha previsto la cerimonia di apertura dei Giochi invernali. Non in un cantiere. Non è difficile capire quale sarebbe la preferenza di una nuova proprietà.

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