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Gigi Buffon alla Juventus, vent'anni dopo Moggi confessa: "Dove c*** vai? Quello è nostro", così diventò bianconero

Lorenzo Pastuglia
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Gigi Buffon, una vita per la Juventus (2001-2021), dopo gli esordi di Parma (dove è tornato questa stagione in serie B) e l’anno sotto alla Tour Eiffel di Parigi. Una colonna bianconera, diventata leggenda e ancora oggi attiva tra i pali nonostante le 43 candeline già soffiate. Luciano Moggi, intanto, ha raccontato come, da allora presidente del club di Corso Galileo Ferraris (oggi la sede è in via Druento), riuscì a portarlo in squadra nonostante la concorrenza di Roma e Barcellona. Il racconto, ripreso dal Corriere della Sera, è contenuto all’interno del libro pubblicato dal giornalista di Sky Sport, Gianluca di Marzio: Grand Hotel Calciomercato. Per Gigi allora la priorità era la Roma, che in un pomeriggio di metà giugno conquistava il terzo Scudetto: quella di Totti, Montella e Batistuta, allenata da Fabio Capello.

 

 

 

 

 

Il Barça trovò l’accordo davanti a un piatto di tortellini - "Se posso scegliere, questa è la mia destinazione preferita: l'ambiente mi ha affascinato, portami lì, Silvano! Altrimenti Barcellona o Juve, in quest’ordine", disse Gigi al fedele agente Martina, custode di segreti e contratti insieme al papà di Buffon, il signor Adriano. La famiglia infatti spinge per continuare in Italia, non resta che avviare la trattativa con Sensi e Baldini. Il direttore sportivo è sponsor agguerrito dell'operazione, spinge forte e trova l'intesa su ingaggio e stipendio, sbattendo successivamente contro la resistenza del suo presidente a investire i quasi cento miliardi chiesti dal Parma per venderlo. Ne spenderà poco più della metà per il funambolico Cassano. Ma il Barcellona fu ancora più vicino: quella volta sul tavolo c’erano ben 120 miliardi in contanti per convincere l'allora Cavalier Tanzi a cedere quel portiere predestinato. Accordo che venne raggiunto davanti a un piatto di tortellini, e arriva anche il via libera per il viaggio del suo procuratore. 

 

 

 

 

 

 

Quella chiamata di Moggi… - Martina così partì qualche giorno dopo, accompagnato dall’amico Luisito Suarez, il Pallone d’Oro 1960 ex di Inter e Barcellona, e andò al Camp Nou a vedere la partita in programma in quel weekend, prima di una cena con i grandi capi blaugrana. Non ci vorrà molto per raggiungere un'intesa: tra Buffon e il Barcellona è quasi una promessa di matrimonio. Ma per le pubblicazioni servì però qualche ora, tempo che sarà fatale per il piano spagnolo. Appena rientrato in Italia, mentre guida dalle parti di Rozzano, ecco suonare all'improvviso il telefono del manager di Gigi. “Oh, Silvanooooo, ma dove caz***o vai in giro per l'Europa? Quello lì deve essere nostro, punto e basta!”. Ogni riferimento a Buffon non è puramente casuale: la voce inconfondibile di Luciano Moggi rimbomba come una minaccia. “Me lo dici da tre anni, ora se vuoi scrivi” risponde Martina, invitando il potente uomo mercato della Juve a formalizzare una volta per tutte l'offerta contrattuale per il suo assistito. 

L’accordo con la Juve, le scuse al presidente del Barça - Giusto il tempo di fissare un appuntamento a Torino da Umberto Agnelli e le parti stringono un patto d'onore a suon di soldoni e progetti: Buffon dice definitivamente sì alla Juventus. E la parola data al Barcellona? L'imbarazzatissimo Martina scrive addirittura una lettera e la spedisce via raccomandata all'infuriato presidente, scusandosi per non aver rispettato l'impegno. Un gesto che si fa comunque apprezzare.

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