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Milan-Liverpool, per Zlatan Ibrahimovic l'ennesima serata da spettatore: un caso rossonero?

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Milan e Inter sono da Champions ma sono inferiori a Liverpool e Real Madrid. La prima paga un girone ostico al ri-esordio nella competizione, la seconda pagherà con un sorteggio molto pericoloso, dove dovrà evitare Liverpool, Chelsea, City e Bayern, le quattro favorite. Ma non c'è colpa nelle milanesi, solo un normale processo di crescita che vede l'Inter più avanti del Milan. Si può semmai riflettere sulle prestazioni in chiaroscuro dei leader, Ibrahimovic e Handanovic, 40 e 37 anni sulle rispettive spalle, l'età che in Champions non porta buone nuove. Sono gli uomini sicuri in campionato e allo stesso tempo quelli che faticano in Champions. Sono oltre l'apice della maturità piena di Salah e Kroos, autori dei gol del Liverpool e del Real Madrid, perfetti leader di 29 e 31 anni, abbastanza per aver vissuto e vinto più di una Champions ma non ancora troppi per vivere di rendita su quei successi. Ibra e Handanovic di coppe dalle grandi orecchie non ne hanno ma sono i capitani, di nome il primo e di fatto il secondo, delle milanesi, coloro dai quali ci si aspetta di più quando serve di più. Bello il tiro di Kroos ma manca in Handanovic la spinta e la reattività dei bei tempi. 

 

Rimedia nella ripresa, con un intervento che una volta era la prassi. Peggio fa Ibra, assente al Meazza. Ibra se la canta tutti i giorni ma la musica della Champions non suona dentro di lui. Non lo ha mai fatto. Klopp dice che "di solito diventi leggenda quando smetti di giocare, ma Zlatan lo è anche se gioca ancora" e ha ragione, però così fa involontariamente notare che gli anni in queste partite, dove serve intensità, forza, pesano doppio. Non è tutta colpa di Ibra, semmai si può dire che l'assenza di un attaccante di grande livello presente e futuro alle sue spalle - non lo è più Giroud, non lo è ancora Pellegri, che oltre a essere infortunato non è il lista - è la più grande lacuna della rosa rossonera. Il "vorrei ma non posso" dei due leader è in parte il riflesso delle prestazioni di Inter e Milan. I nerazzurri dominano per mezz' ora al Bernabeu ma non segnano, poi subiscono la consueta presa di potere del Real Madrid. La fiscale espulsione di Barella chiude la contesa anzitempo. 

 

L'atteggiamento e il gioco dei nerazzurri sono comunque da applausi, la differenza è nella qualità di alcuni giocatori: Ancelotti sfoggia quattro o cinque maestri della competizione, Inzaghi nessuno. L'Inter dimentichi il risultato del Bernabeu. Non lo soffra. Se manterrà questo livello vincerà di nuovo il campionato, il dislivello in Champions non è un problema in Italia. Il Milan riparta invece dalla crescita lungo la competizione. È da applausi l'atteggiamento con cui affronta l'impegno nonostante mezza formazione sia di riserva. Se un Liverpool ampiamente rimaneggiato e già primo nel gruppo si dimostra così superiore alla prima in classifica della serie A, vuol dire che la differenza con la Premier è enorme. La strada è giusta ma restano chilometri ancora da percorrere per raggiungere quel livello. Chissà quanto tempo ci vorrà. 

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