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Robert Lewandowski, quella volta che stava per firmare il Genoa: nel 2010 le visite mediche e l'ok di Gasperini

Davide Rossello
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Ci sono storie che vale la pena raccontare e ci sono amori nel calcio sfiorati e mai sbocciati. Il campionato italiano ha visto dai suoi spalti fenomeni e bidoni, giocatori dal talento cristallino e promesse mai mantenute. Se la Juventus nel 1999 acquista dal Monaco un acerbo Thierry Henry per la cifra all'epoca cospicua di 11 miliardi di lire, è perché vede prospettiva nel ventunenne fresco campione del mondo con la Francia. Purtroppo, tra campionato e coppe il transalpino disputa 21 gare con soli 3 gol e non soddisfa le aspettative di una piazza che aveva riposto fiducia in lui.

 

Così viene ceduto all'Arsenal nella sessione estiva del calciomercato, per una cifra intorno ai 27 miliardi di lire. Il resto è storia e il campione è destinato a diventare uno degli attaccanti più forti di tutti i tempi. Se la meteora francese è stato almeno un antipasto, con Robert Lewandowski non ci si è neanche seduti a tavola. Lo sa bene il Genoa di Preziosi che, nel 2010, ebbe l'opportunità di finalizzare il trasferimento del ventiduenne attaccante polacco, in quel momento capocannoniere dell'Ekstraklasa con la maglia del Lech Poznan, ma la trattativa saltò per alcuni dettagli ancora oggi poco noti ai più. Dopo una partita di campionato, l'attaccante polacco prende un volo direzione Genova per assistere due giorni dopo al derby della lanterna. Inoltre, svolge le visite mediche di rito e pranza con la squadra di Gasperini durante il ritiro prepartita.

 

 

 

Fin qui tutto bene se non fosse che inaspettatamente salta tutto e il numero 9 approda al Borussia Dortmund prima e al Bayern Monaco poi, diventando di fatto uno degli attaccanti più forti in circolazione e vicino al trionfo dell'ultimo Pallone D'Oro, secondo solo a Lionel Messi. Martedì scorso, con la tripletta rifilata al Salisburgo nel 7 a 1 finale, Lewandowski ha distrutto ogni record in appena 23 minuti di gioco, segnando 3 gol e infrangendo il precedente primato di Marco Simone nel 1996 contro il Rosenborg. Grazie a queste 3 reti, il centravanti del Bayern Monaco diventa di fatto il primo giocatore nei top campionati europei a sfondare il muro dei 40 gol nella stagione in corso 2021-2022, per la settima volta consecutiva.

Numeri da alieno anche in Champions League e grazie all'ultima tripletta il polacco raggiunge la vetta della classifica cannonieri, superando il bomber Haller dell'Ajax. Col senno di poi, se Lewandowski fosse approdato al Genoa magari non avrebbe avuto una carriera di questo tipo e avrebbe intrapreso una strada differente ma non vi è certezza. Stesso discorso per Thierry Henry alla Juventus ma anche per tante altre meteore che il calcio italiano ha potuto solo intravedere e mai aspettare. Oggi come allora, la condizione fondamentale e il nemico da combattere è il tempo, che non aspetta nessuno e mette tutti sullo stesso piano, allenatori e giocatori senza distinzioni di carriera o background.

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