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Agnelli e De Laurentiis, stangatina per le plusvalenze: solo "malcostume"? Un pessimo messaggio

Fabrizio Biasin
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Mentre in altre zone d'Europa ragionano sul Mondiale prossimo venturo, si godono i quarti di Champions, assistono a partite meravigliose come City-Liverpool 2-2 e così via, a noi toccano solo le rogne, i reclami, le non qualificazioni, le sentenze, i processi chele anticipano. Nel caso specifico parliamo del caso-plusvalenze del quale avremmo volentieri fatto a meno ma, sapete com' è, comanda la cronaca.

 

Ha avuto inizio il barboso dibattimento davanti al Tribunale federale e la Procura ha avanzato le sue richieste (ben 11 i club coinvolti tra serie A e B). Eccole: 800 mila euro di multa per la Juve, 12 mesi di inibizione per Agnelli, 16 mesi e 10 giorni per l'ex direttore Paratici in quanto firmatario di 32 contratti con valutazioni giudicate gonfiate, 6 mesi e 20 giorni per Cherubini, 8 mesi per Nedved e Arrivabene. E ancora, il Napoli: 329 mila euro di multa, 11 mesi e 5 giorni per patron De Laurentiis, 6 mesi e 10 per la moglie, il figlio Edoardo e la figlia Valentina, 9 mesi e 15 giorni per Andrea Chiavelli. E poi, qua e là in A: 12 mesi per Ferrero, 8 mesi e 20 giorni a Ienca e 195 mila euro alla Samp; 11 mesi e 15 giorni al presidente dell'Empoli Corsi e 42 mila al club; 6 mesi e 10 giorni per Preziosi, 10 mesi e 15 giorni per Zarbano, multa di 320 mila euro al Genoa.

Gran boccata d'ossigeno, invece, per i tifosi di Parma e Pisa. I due club di B rischiavano punti di penalizzazione o addirittura la retrocessione (secondo l'accusa le loro plusvalenze sarebbero state decisive per l'iscrizione al campionato), in realtà il procuratore Chiné ha valutato il cambio ai vertici societari come un'attenuante valida per limitare le richieste (338 mila per gli emiliani, 90 mila per i toscani, inibizioni varie). Richieste di ammende e squalifiche anche per tutti gli altri club coinvolti. E, quindi, che accade? Poco niente. Oddio, non è escluso che le eventuali squalifiche possano accelerare quel cambio ai vertici bianconeri ripetutamente paventato dai "beneinformati" e sempre negato dalle maestranze (addirittura si è parlato di un avvicendamento alla presidenza tra Andrea Agnelli e Lapo Elkann), ma si tratta di inutile bla bla e, quindi, meglio passare ad altro. A cosa? A un semplice ragionamento.

 

Detto che i club coinvolti nella faccenda plusvalenze, con buona probabilità, sono destinati ad aumentare (i filoni sono molteplici), sarebbe utile capire a che gioco stiamo giocando. Le plusvalenze - almeno fino a questo punto - vengono trattate come artifizi per sistemare i bilanci, la qual cosa è vera, ma non contempla l'altro grande aspetto della faccenda. Alterare i conti significa potersi permettere giocatori di livello che, altrimenti, finirebbero altrove. E "giocatori di livello" significa maggiori possibilità di vittoria a discapito dei rispettivi avversari, soprattutto quelli che le regole le hanno più o meno rispettate. Insomma, si tratterebbe di concorrenza sleale. Ecco, le richieste della Procura ci dicono che, sì, a monte provano a mettere ordine, ma fondamentalmente rischiano di far passare un altro messaggio: il malcostume delle plusvalenze è vietato, ma alla peggio costa una multina e quella strana cosa chiamata "inibizione", ovvero il solletico. 

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