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Wimbledon, attacco alla Cina e finale Djokovic-Kyrgios sospesa: cosa hanno censurato

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Novak Djokovic-Nick Kyrgios: una finale a Wimbledon che non ha fatto mancare lo spettacolo, tra la vittoria di Nole, ribaltamenti di fronte emozionanti, alcune intemperanze in campo e anche una interruzione, di qualche istante, per una particolare protesta inscenata sulle tribune del Centre Court nelle fasi iniziali del match. Questo per permettere alla sicurezza di intervenire in tribuna e allontanare uno spettatore che aveva inscenato una protesta singolare, con le telecamere che non hanno mai inquadrato la scena, censurando l'episodio come da protocollo televisivo per i grandi eventi sportivi. Uno spettatore aveva gridato una frase che nel mondo del tennis – e nello sport in generale – negli scorsi mesi era diventata un manifesto di protesta e libertà, il tutto riportato anche su un cartello, alzato al cielo nel momento della protesta: "Dov'è Peng Shuai?".

 

Il tizio fermato è un manifestante per professione
Una situazione anomala e improvvisa che però non è sembrata distrarre più di tanto i due giocatori, che si stavano giocando il 3° set dopo l'1-1 iniziale. Soprattutto Djokovic sembra aver mantenuto i nervi saldissimi. Ma non sono mancati gli attimi di tensione. L’uomo è stato bloccato e identificato in Drew Pavlou, un manifestante di professione, impegnato nella difesa dei diritti umani e spesso autore di altri "fuori programma" sia nello sport sia in altri eventi. Lui stesso lo ha raccontato sui suoi profili social: “Ho gridato la frase perché Peng, stella del tennis cinese, è perseguitata dal suo Governo, e perché Wimbledon non dice nulla?”.

 

 

Pavlou racconta: “Dopo la frase, io trattato come un terrorista”
Dalla frase pronunciata in avanti, racconta ancora Pavlou, la situazione è precipitata: “Una guardia della sicurezza voleva vendicarsi su di me e farmi del male spingendomi con forza giù dalle tribune da dove sono caduto a testa in giù — dice l’uomo —Quando mi ha sbattuto contro il muro, la guardia ha detto: ‘La polizia sta venendo ad arrestarti ora'. La squadra di sicurezza mi ha trattato come un terrorista, mi ha tenuto le braccia contorte dietro la schiena molto dolorosamente mentre mi hanno fatto uscire dallo stadio, il tutto dicendo che erano solidali con la mia causa, ma trattandomi malissimo".

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