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Max Verstappen e "la sindrome Vettel": cosa rischia il campione del mondo

Lorenzo Pastuglia
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E pensare che da piccolo, Max Verstappen aveva dovuto sopportare gli allenamenti da "campo militare" di papà Jos. Che lo abbandonò quasi 15enne in una piazzola di sosta del Salento, per aver perso poche ore prima la finale di Coppa del Mondo kart a Sarno. Poi l'olandese è cresciuto e ha rotto le statistiche, diventando il pilota più giovane di sempre a vincere un GP di F1: a Barcellona nel 2016, all'esordio sulla Red Bull dopo la promozione dalla Toro Rosso. Prima, però, si era preso anche il record di guida con l'età più bassa a debuttare nel Circus: nel GP del Giappone 2014 a 17 anni e tre giorni. Lo fece disputando le libere del venerdì, prima che quella domenica Jules Bianchi trovasse la morte in pista per colpa di una maledetta gru. E proprio sulla pista di Suzuka, ieri Max si è preso il secondo titolo della carriera in un finale thrilling. Lo ha fatto dopo due ore di stop per pioggia, inanellando poi tempi al giro sull'1'47" che lo hanno portato al traguardo, dopo 29 giri su 53 percorsi, con oltre 27" su Pérez. Secondo era arrivato Leclerc, prima che il monegasco (in crollo di prestazione) tagliasse la chicane finale con le intermedie oramai finite, beccandosi cinque secondi e il terzo posto finale.

PUNTI RIDOTTI
Sanzione giusta, seppur lasci dubbi il tempo impiegato dai commissari per decidere il conteggio a punteggio pieno della gara. Ci sono voluti cinque minuti, mentre i piloti erano nel parco-chiuso, quando a Singapore si è aspettati tre ore per sapere cosa ne sarebbe stato del primo posto di Pérez. La Fia ha optato per il rispetto dell'articolo 6.5 del Regolamento, che sottolinea come solo con gara sospesa e incapace di ripartire, vadano assegnati punti ridotti. Verstappen così si è preso il secondo alloro, mentre la Red Bell ha fatto felice la Honda nel GP di casa: fornitrice di motori fino all'anno scorso, e che potrebbe ritornare nel 2026 con il cambio-regolamenti sulle power unit.

Dopo lo spumante, però, il team anglo-austriaco deve per forza concentrarsi sulla questione budget cap, il tetto-costi per i team introdotto nel 2021. Oggi infatti uscirà l'atteso report Fia, che ci dirà se Milton Keynes e l'Aston Martin avranno sforato con le spese. Lo stesso Mattia Binotto, dopo la gara, ha invocato ancora una giusta sanzione, «che non deve essere solo pecuniaria, ma anche di ore limitate al banco nelle sviluppo della monoposto 2023, altrimenti questo gap in pista non verrà mai colmato». Con la volontà di discutere, nei prossimi incontri con la Federazione, anche di alcune decisioni arrivate in pista: «Il finale di Monza dietro alla Safety, le tre ore di attesa a Singapore, il punteggio pieno e la penalità a Leclerc qui a Suzuka: occorre fare più chiarezza». Verstappen intanto festeggia, e il suo team spera in un lungo filotto di vittorie col proprio pilota di punta. Che non si fermi ai quattro Mondiali di Sebastian Vettel tra 2010 e 2013, prima che il tedesco salutasse a fine 2014 per passare alla Ferrari, non conquistando però più il titolo.

ULTIME GARE
Per l'olandese, intanto, ci sono tre possibili record di stagione, che l'olandese potrebbe rompere nelle ultime quattro gare. Il dato sul maggior numero di punti (detenuto da Hamilton nel 2019, 413), quello sul distacco più grande dal secondo classificato (le 155 lunghezze di Vettel sulla Ferrari di Alonso nel 2013) e sulle vittorie in un'annata (Schumacher nel 2004 e ancora Vettel 2013 sono fermi a quota 13). 

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