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Juventus retrocessa di nuovo? Plusvalenze, cosa può accadere

Leonardo Iannacci
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La Juventus è nei guai. Ma questa volta non c'entrano Max Allegri o il gioco (non) espresso sinora in campo. Nè le mediocri prestazioni in campionato, dove è ottava in classifica e in ritardissimo (-10 punti) rispetto al Napoli di Kvaravaggio, e neppure il deludente cammino in Champions. Ancora una volta la Vecchia Signora entra, ahilei, nelle aule dei tribunale da imputata, proprio come accadde a fine anni '90 per le vicende legate al doping e più tardi, nel 2006, quando venne retrocessa in serie B in seguito ai fattacci di Calciopoli. L'inchiesta della Procura di Torino, è noto, ha chiuso il primo tempo della partita relativa all'inchiesta sulle plusvalenze. Tra i reati ipotizzati i più gravi sono quelli di "falso nelle comunicazioni sociali (falso in bilancio)" e di "false comunicazioni rivolte al mercato". Fatto grave per una società sportiva quotata in Borsa e, quindi, con responsabilità dirette nei confronti dei soci. Il numero degli indagati è di 16 tesserati, tra questi il presidente Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Fabio Paratici e anche l'attuale ad Maurizio Arrivabene già all'epoca nel CdA del club.

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NIENTE RETROATTIVITÀ
Ma cosa rischia effettivamente, sul piano del diritto sportivo, la Juventus? Al riguardo abbiamo interpellato l'avvocato Massimiliano Iovino, già docente di Diritto Sportivo presso l'Università di Bologna e Rimini, e fino al 2016 componente della Procura Federale della FIGC. Iovino precisa: «Secondo gli inquirenti la società bianconera avrebbe alterato i bilanci di tre anni: quelli approvati il 24 ottobre 2019, il 15 ottobre 2020 e il 29 ottobre 2021, attraverso gli scambi tra giocatori e, soprattutto, la manovra degli stipendi nel periodo pandemico legato al Covid quando il club dichiarò che i calciatori avevano rinunciato a 4 mensilità. Premessa: questi reati non potranno essere prescritto, visti i tempi della vicenda che non vanno oltre i 5 anni». Sempre Iovino: «Partiamo da un presupposto: sono stati ipotizzati illeciti che riguardano sia il campo ordinario che quello sportivo, due mondi che si muovono in parallelo ma, da sempre, in modo separato e autonomo». Come verrà (se verrà) colpita la Juve sul versante del diritto sportivo? Da fonti accreditate si evince che le sanzioni non dovrebbero essere patibolari, niente serie B quindi. La Juve rischierebbe una penalizzazione di punti (non pochi). Qualora siano accertati i reati ascritti l'iter processuale, le verrebbero tolti nella classifica nel campionato in corso. Quasi certo che non ci saranno interventi retroattivi nelle classifiche dei tornei dal 2019 al 2021. Non è semplice sapere con certezza quello che sarà i risultato finale di questa ennesima partita che la Juventus sta giocando fuori dal campo, con il suo presidente a rischio di arresti domiciliari. Evento quasi fantascientifico sino a pochi mesi fa quando Agnelli vagheggiava la Superlega.

LA QUESTIONE BORSA
Dalla perizia contabile disposta dalla procura, emerge che le manovre avrebbero portato a numeri differenti tra i bilanci presentati e quelli reali. Numeri generati da operazioni ritenute fraudolenti che avrebbero coinvolto molti tesserati del club, tra questi Agnelli e Pavel Nedved. «La vicenda è complessa dal momento che la Juve è una società quotata in Borsa e deve rispondere ai soci. Fatto che la mette in una posizione delicata sul piano penale più che su quello sportivo», precisa Iovino. I rischi per il futuro del club sembrano, quindi, differenti rispetto al 2006: «Allora venne provato che i dirigenti della Juventus avevano creato un sistema che condizionava i risultati sportivi e, per questo motivo, la Procura federale retrocesse la Juve in Serie B. Ora lo scenario sembra decisamente diverso». Ma la partita in tribunale non si annuncia di certo un allenamento del giovedì. 

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