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Moggi a Report, "la telefonata di Berlusconi". Calciopoli, "un patto politico"

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"È vero che Silvio Berlusconi le disse anche che lei era intercettato?". "Sì, mi disse: guarda ci sono delle intercettazioni che però non c'è niente di penale... per cui il problema non si pone". Luciano Moggi risponde così ai giornalisti di Report, nella puntata che punta a riscrivere la storia di Calciopoli e del rapporto tra pallone e politica negli ultimi 20 anni. 

Sigfrido Ranucci dedica la puntata della trasmissione d'inchiesta di Rai 3 a Calciopoli e alla ormai famosissima "chiavetta" dell'ex dg della Juventus, che ha raccolto i documenti che proverebbero come l'inchiesta che portò i bianconeri in Serie B nell'estate del 2006 abbia omesso di indagare anche sugli altri club, Inter in testa (che poi si aggiudicò lo scudetto 2005/06 a tavolino). La tesi è quella di un "patto politico-industriale" che ha usato i dirigenti bianconeri come capro espiatorio.

Secondo Paolo Bergamo, allora designatore arbitrale, ci sarebbe stata una intesa fra gli imprenditori Massimo Moratti e Marco Tronchetti Provera e alcuni esponenti torinesi vicini alla famiglia Agnelli, con l'obiettivo di portare John Elkann al vertice del gruppo Fiat e sostituire Antonio Giraudo, all'allora ad juventino, con Andrea Agnelli, figlio di Umberto Agnelli. Bergamo ha rivelato di aver avuto una conversazione con il senatore dei Ds Nicola Latorre: "Mi disse che secondo lui stava finendo la prima repubblica del calcio italiano". 

Report accende i fari anche su una "cena segreta" tra il presidente dell'Inter Moratti e lo stesso Bergamo, nel luglio 2002, dopo la celebre giornata del 5 maggio quando l'Inter di Vieri e Ronaldi perse clamorosamente 4-2 in casa della Lazio all'ultima giornata "regalando" di fatto lo scudetto alla Juventus. "Moratti mi chiese perché gli arbitri ce l'avevano con l'Inter", ammette l'ex designatore. Moratti si sarebbe poi rivolto a Giuliano Tavaroli, capo della security di Telecom, per un "lavoro di intelligence" commissionato alla società Polis Distinto. Dovevano scoprire se ci fossero veramente dei favoritsmi arbitrali, ma Bergamo precisa: "Erano indagini illegali e io quando lo seppi feci causa".

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