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Napoli, De Laurentiis rosica: "Se non ci fermano gli arbitri..."

Roberto Tortora
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Al triplice fischio di Udinese-Napoli, quando è uscito dalla pancia del Maradona circondato dai bodyguard e si è diretto al centro del campo per fare il suo discorso al popolo napoletano, Aurelio De Laurentiis ha vestito i panni di Massimo Decimo Meridio, il gladiatore che guida la rivolta al potere ed ha gonfiato il petto. Abituato a considerarsi un uomo vincente (lo ha ribadito anche ai giornalisti a fine partita), dopo il terzo Scudetto del Napoli si dev’essere sentito immortale.

E, si sa, vincere aiuta a vincere o, se preferite, l’appetito vien mangiando. Così, da bravo provocatore, è tornato sull’eliminazione in Champions League per mano del Milan, con tanto di rosicata in un’intervista alla tv americana CBS Sports: "Adesso dobbiamo vincere la Champions, perché quest'anno io penso che eravamo i più forti e solo a causa dell'arbitraggio non buono in due occasioni siamo andati fuori. Ma questo è il calcio, questa è l'UEFA, questo è il mondo, così riproveremo l'anno prossimo e ancora gli anni seguenti". Il presidente azzurro ha poi rincarato la dose: “Quando prevedo di vincere la Champions? Se l'UEFA non mi ferma, come ha fatto con l'arbitro negli ultimi due match, probabilmente il prossimo anno sarò capace di vincere la Champions League". Dallo studio della CBS hanno ribattuto "che mentalità", mentre il presidente cinefilo si gode la ribalta che ha sempre sognato. E che cavalcherà finché campa.

Il presidente ha preferito seguire Udinese-Napoli accanto al popolo napoletano, non si è recato a 849km di distanza alla Dacia Arena, lì dove Spalletti e i suoi ragazzi erano già seguiti da circa 15000 tifosi. A fine partita ha raccolto l’ovazione che sognava da tempo: “Oggi è il coronamento di una attesa lunga 33 anni - ha spiegato -, lo avevo detto quando sono arrivato che sarebbero serviti 20 anni per lo scudetto...ci siamo arrivati con due stagioni di anticipo. Adesso ci manca di rivincerlo e ci manca la Champions. In estate serviva aria nuova e sono stati bravi tutti i miei dirigenti che hanno operato questa rivoluzione. Questo è un punto di partenza e non di arrivo, Troisi dopo ricomincio da tre ha fatto altri capolavori”.

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