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Napoli, ora arriva il difficile. Caos, ecco cosa può succedere

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Federico Strumolo
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La tanto attesa festa scudetto in città durerà ancora settimane, ma per il Napoli è già tempo di progettare il futuro. Perché se vincere un campionato rappresenta una grande soddisfazione per tutta la piazza, ogni società ambisce ad aprire un ciclo vincente. Un progetto che non si esaurisca in una singola stagione, ma che si protragga nel tempo, e il desiderio non tanto nascosto del presidente Aurelio De Laurentiis è trionfare anche in Europa: «Adesso dobbiamo vincere la Champions League, perché quest’anno penso che in Champions siamo stati i più forti e solo per il pessimo arbitraggio siamo usciti. Ma questo è il calcio, questa è la Uefa, questo è il mondo, quindi ci riproveremo l’anno prossimo e ancora negli anni successivi» racconta, con un po’ di veleno nei confronti dei vertici del calcio continentale, il patron azzurro.

 


Parole che faranno anche sognare i tifosi, ma di certo non entusiasmano il tecnico del Napoli Luciano Spalletti, che non le manda a dire al suo presidente: «De Laurentiis dice di voler vincere la Champions. È troppo facile così, dice sempre il massimo e casca sempre in piedi - dichiara in risposta Spalletti -. Ma del futuro deve parlare con me, non lo deve dire a voi». Uno scambio di opinioni che anticipa un confronto che avverrà nelle prossime settimane per decidere se continuare insieme (cosa non scontata, ma probabile) o salutarsi da campioni d’Italia (l’attuale intesa scade a giugno 2024 e l’ingaggio è di 2,8 milioni di euro netti annui).

DESIDERIO DELLA PREMIER
Il futuro del Napoli, in ogni caso, passa anche dal destino di Victor Osimhen, dominatore assoluto della stagione, con 27 gol e 5 assist in 34 presenze tra tutte le competizioni, e oggetto del desiderio di mezza Europa. Non è più un segreto, ormai, chele grandi di Premier League (a eccezione del Manchester City, coperto in attacco con il fenomeno norvegese Erling Braut Haaland), e il Bayern Monaco siano pronte a fare follie per aggiudicarsi le prestazioni del 24enne nigeriano, magari scatenando un’asta che possa superare i 100 milioni di euro. A De Laurentiis, dunque, la scelta se rifiutare le ricche offerte che verrano recapitate nella sede del Napoli, e porre l’idolo dei tifosi Osimhen al centro del futuro azzurro, o sacrificare il centravanti per incassare una cifra da capogiro e investirne almeno una parte sul prossimo mercato (l’Inter, ad esempio, cedette Romelu Lukaku al Chelsea due estati fa per 113 milioni e l’operazione si rivelò un capolavoro).

È chiaro che in caso di cessione gli azzurri dovranno andare alla caccia di un nuovo attaccante, ma due soluzioni sono già in casa, considerando gli acquisti della scorsa estate di Giacomo Raspadori (23 anni), dal Sassuolo per 35 milioni, e Giovanni Simeone (27), per 15 milioni dal Verona: due attaccanti rimasti nell’ombra di Osimhen, ma affidabili e pronti a spiccare il volo senza l’ingombrante presenza dell’ex Lille.

QUESTIONE KIM
Un altro giocatore che potrebbe lasciare Napoli è Kim Min-Jae (26). Il centrale di difesa sudcoreano, dopotutto, ha una clausola rescissoria di circa 50 milioni e non è escluso che un top club europeo possa pagarla (a quel punto, ovviamente, l’ultima parola spetterebbe al giocatore). Chi, invece, sarà sicuramente un punto fermo del progetto azzurro è Khvicha Kvaratskhelia (22). Altro asso della stagione azzurra, con 14 reti e 16 assist in 38 apparizioni, e pronto a rinnovare il suo contratto con il Napoli (attualmente guadagna solo 1,2 milioni netti a stagione). Perché se la partenza di Osimhen rappresenterebbe un duro colpo da digerire, tanto per l’ambiente quanto tecnicamente, sarebbe troppo perdere le due stelle più luminose del terzo scudetto azzurro. Ma in fondo per il Napoli il difficile viene ora. 

 

 

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