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Fuorigioco, dite addio a quello millimetrico: cosa cambia subito

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Claudio Savelli
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Tutta questa fatica per spiegare il fuorigioco a mogli, amanti e amici poco sportivi che lo cambiano, così, senza preavviso? In realtà il preavviso c’è. La Fifa ha abbracciato l’idea di Wenger, ex allenatore dell’Arsenal, in via sperimentale nei campionati Under 21 e Under 19 femminile in Svezia e solo in un secondo momento allargherà i test in Spagna e Italia. Comunque tocca preparare nuove lezioni con la saliera e la pepiera ché il successo non è così improbabile, anzi, l’idea è logica e soddisfa le esigenze del calcio contemporaneo: meno interruzioni, più gioco. Di fatto, se ora un’unghia del piede al di là dell’ultimo difensore mette l’attaccante in fuorigioco, con la nuova regola basterebbe avere un’unghia al di qua per essere in gioco. Viene ripristinato e, anzi, finalmente valorizzato il concetto di “luce” tra i corpi.

È una di quelle idee a cui va dato credito perché nascono da una logica di campo, di chi l’ha vissuto e di chi guarda le partite con interesse. Rivoluzionerebbe il gioco, limitando il numero di offside fischiati e moltiplicando le azioni da gol, cioè l’essenza del calcio. Più reti, più spettacolo. Meno fischi, più minuti con il pallone in campo. Il calcio si avvicinerebbe al basket come continuità di azioni, sarebbe più simile ad un flusso che non ad un mosaico di momenti come è attualmente. In più, l’idea asseconda la perdita di senso della figura dei guardalinee, che in epoca Var non si prendono più la responsabilità di alzare la bandierina ma aspettano che l’azione sia finita, per poi rivederla ai monitor. I pochi fuorigioco da segnalare potrebbero essere delegati alla tecnologia, e vivrebbero tutti più felici e contenti.

 


L’unico rischio è la risposta tattica delle squadre che potrebbe essere un abbassamento del baricentro per erodere qualche metro a disposizione degli attaccanti, favoriti dalla nuova regola. Avviando i test, la Fifa si dimostra consapevole dello stato del prodotto calcio, sempre meno attraente per i giovani che virano verso sport più dinamici. Sarà pachidermica e nepotista, ma la Fifa sembra avere idea della direzione che il calcio deve intraprendere quanto prima per non perdere l’attenzione delle generazioni digitali e lo status di primo sport al mondo. Il calcio introduce qualcosa di importante ogni due o tre anni, in breve tempo: si prenda il Var, di cui ora (vedi l’Europeo Under 21) non si può più fare a meno. Non capita a molti altri sport. Ci si può lamentare di molte cose del calcio, ma non della capacità di andare avanti. 

 

 

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