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Napoli, Garcia sbrocca: "Mi hanno mancato di rispetto". Il caos è totale

Gabriele Galluccio
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La stagione è iniziata da soli due mesi eppure De Laurentiis è già costretto a raccogliere i cocci della squadra campione d’Italia. Oggi pomeriggio a Verona il Napoli ripartirà senza gli infortunati Osimhen e Anguissa e con Rudi Garcia ancora in panchina, nonostante fosse stato raggiunto da scomunica presidenziale nelle ore immediatamente successive la disfatta con la Fiorentina. De Laurentiis aveva provato a calare l’asso, con Antonio Conte che però gli aveva risposto picche e lo aveva costretto a tenersi malvolentieri il francese. Ritrovatosi senza alternative, De Laurentiis ha cambiato strategia e iniziato a coprire le spalle a Garcia, ma non può arrabbiarsi se la trasformazione in paladino delle cause perse viene bollata come surreale.

Adesso Conte è diventato un «pettegolezzo» fastidioso che demolisce il francese... Sarà, ma la realtà resta sotto gli occhi di tutti: finora chi siede in panchina non è stato all’altezza e invece Conte avrebbe rappresentato un salto di qualità, specialmente in un campionato in cui ci sono buoni tecnici ma si fatica a scorgere fenomeni della panchina. Il nervosismo di De Laurentiis è palese anche per l’aver tirato di nuovo in ballo Giuntoli, ormai ridotto a un buon a nulla che non ha neanche scoperto Kvara, che gli sarebbe stato consigliato dal figlio del presidente. Nel fiume di parole che ha rilasciato nelle scorse ore si scorge però anche una grande verità, che in parte spiega che cos’è andato storto la scorsa estate: «Non è che tutti gli allenatori vogliono rischiare di venire in un posto dove c’è il paragone con Spalletti. Chi glielo fa fare?».

UNO SFORZO IN PIÙ
Insomma, è chiaro che Garcia non era la prima scelta ma neanche la seconda o la terza. Uno sforzo in più la squadra campione d’Italia lo avrebbe meritato, perché aveva le potenzialità di vincere ancora con la giusta guida. Evidentemente aprire un ciclo non rientrava tra le priorità di De Laurentiis, che ha fatto una scelta a ribasso per la panchina e adesso ha ben poco da lamentarsi quando vengono fatti notare gli errori. Sono tutti arrabbiati a Napoli, ma di assunzioni di responsabilità se ne vedono poche. In conferenza Garcia ha parlato di «amici e nemici», lamentando «mancanza di rispetto» nei suoi confronti per il post-Fiorentina.

Eppure sta nelle dichiarazioni successive uno dei motivi per cui si merita le critiche: «Più che le cose tattiche o tecniche, conta l’atteggiamento di tutti». Se lo pensa davvero, allora il Napoli è nei guai: la motivazione è l’unica cosa che non manca ai calciatori, che anzi hanno dato prova più volte di non volersi rassegnare alla mesta realtà in cui sono stati catapultati. Il Napoli è stato dominato tatticamente e tecnicamente dalla Fiorentina ed è poi stato smontato ulteriormente dalle scelte dell’allenatore: su questo dovrebbe riflettere Garcia. Il calendario del prossimo mese può aiutarlo a rimanere in sella, ma quando arriverà il poker di fuoco con Atalanta, Real Madrid, Inter e Juventus o si farà trovare all’altezza tatticamente o molto probabilmente andrà a casa.

FIDUCIA AI MINIMI TERMINI
La fiducia nei suoi confronti è già ai minimi termini, altrimenti De Laurentiis non lo marcherebbe a uomo, facendogli da balia dentro e fuori dal campo. Su una cosa il presidente ha però ragione, ovvero sul comportamento ambiguo di Osimhen: il Napoli non può permettersi di andare dietro alle sue bizze, soprattutto in un momento come questo. Il nigeriano è un calciatore forte e determinante, ma non è Maradona al quale si può permettere di tutto. Tra i costanti infortuni in Nazionale, il caso del video su Tik Tok e il rinnovo del contratto che non s’ha da fare nonostante le strette di mano, Osimhen si sta mettendo alla porta da solo. E De Laurentiis non si farà certo pregare per impacchettarlo e spedirlo al migliore offerente.

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