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Jannik Sinner e la politica, clamoroso Adriano Panatta: "Vi dico che..."

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L'uomo del momento è per certo Jannik Sinner, il tennista altoatesino che ha definitivamente svoltato: battuto Novak Djokovic due volte (peccato per la finalissima degli Atp Finals di Torino dove si è piegato proprio a Nole) e il trionfo in Coppa Davis, dove è stato il trascinatore dell'Italia. Ma se il numero 4 al mondo è l'uomo del momento, ecco che ha "trascinato" con sé anche un altro idolo del tennis italiano, Adriano Panatta, ritornato prepotentemente al centro dell'attenzione tra telecronache, podcast, interviste e battute taglienti, quelle che lo hanno sempre contraddistinto.

E Panatta, eroe della Coppa Davis azzurra del 1976, ora si sbottona in una lunga intervista concessa al Riformista e firmata da Roberto Giachetti. Parla a tutto tondo, Panatta. Quando gli chiedono dove può arrivare Sinner, risponde: "Intanto è già andato molto avanti, è nei primi quattro del mondo per cui può solamente migliorare. Io penso che lui abbia tutte le qualità per diventare numero uno, poi se ci arriva l’anno prossimo o fra due, tre anni ormai è lì, è tra i papabili diciamo. Poi in questo momento Djokovic è come se fosse Highlander, ma dovrà smettere anche lui. Credo che nei prossimi anni Sinner se la giocherà con Alcaraz, Rune e Shelton, quest’americano emergente che secondo me è molto forte, sono quattro giovani di grande talento che penso avranno il predominio dei tornei internazionali, sicuramente", assicura Panatta.

Sulla recente vittoria in Coppa Davis: "Dopo 47 anni finalmente l’abbiamo riportata in Italia. È una svolta storica. Probabilmente questa vittoria sarà un volano per il movimento del tennis, come è avvenuto negli anni ‘70 con la nostra in Cile e con le vittorie individuali. È un movimento che già gode di ottima salute ma, sicuramente, Sinner e compagni saranno un ulteriore stimolo per far praticare il tennis a ai nostri giovani", rimarca Panatta. 

 

Dunque cambio di scenario: chiedono a Panatta se ancora si interessa di politica, quale sia il suo approccio e cosa pensi di Roma, la sua città. "Forse non lo sai, o forse sì, ma io non vivo più a Roma, ci vado più o meno una volta al mese per un paio di giorni. Roma è sempre la solita, che vuoi che cambi? Roma è eterna, ha i suoi difetti e i suoi pregi. È probabilmente la città più bella del mondo e forse, tu lo sai perché hai avuto ruoli importanti, è una delle città più difficili da amministrare", taglia corto. Dunque gli chiedono se si può sperare che anche per la politica italiana possa arrivare un momento d'oro come quello del tennis azzurro. E Panatta replica: "Ci vorrebbe un Sinner, tu lo vedi in giro? Non mi riferisco a Roma, dico anche per l’Italia...", conclude Adriano Panatta. Insomma, poca fiducia nella politica. Ma moltissima in Jannik Sinner...

 

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