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Juve, Allegri come il Trap: la sua difesa è a regola d'arte

Claudio Savelli
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Dove non arriva la difesa, arriva Szczesny. Bravissimo ma anche fortunato, se è vero che il suo pasticcio con il pallone nei piedi viene cancellato dal fuorigioco di Osimhen. La fortuna aiuta gli audaci e il portiere polacco lo è: se la Juventus si sta giocando lo scudetto, enormi meriti vanno a Szczesny. Rispetto all’anno scorso deve compiere meno parate, quindi quelle poche a cui è chiamato risultano decisive nei risultati. Stavolta ferma Di Lorenzo con un miracolo, una parata bella quanto efficace quindi bella due volte, una prodezza paragonabile alla rovesciata di un attaccante. L’effetto è soprattutto psicologico: un intervento di questo tipo annichilisce gli avversari, li rende impotenti, nervosi, sfiduciati. Il Napoli si fa preferire alla Juventus, spinge di più e meglio, non ha il ritmo spallettiano ma ha ritrovato il palleggio e, parzialmente, il movimento perpetuo dei giocatori negli spazi, ma sbatte sul polacco. Il quale non tocca il pallone su Kvara, poco prima, ma esce con i tempi perfetti e lo obbliga a calciare alto. Il georgiano dopo quella occasione fallita esce dalla partita, diventa nervoso e infastidito, e anticipa l’effetto che tutto il Napoli vivrà sulla sua pelle nella ripresa.

Allegri ha trovato un fuoriclasse tra i pali e ne sta ritrovando uno davanti, i due ingredienti che, ai tempi del Trap, si diceva bastassero per vincere un titolo. Chiesa infatti è sempre più vicino ai livelli pre-infortunio, riesce a strappare sulla fascia, dove va a ritagliarsi lo spazio ideale. E quella che sembrava una forzatura tattica sta diventando un’arma: Chiesa va dove vuole a seconda della gara e diventa meno prevedibile per le avversarie. Ma è la difesa della Juventus ad essere un’opera di spessore. Per l’attenzione alle coperture, ricorda il vecchio metodo di Trapattoni. In epoca più recente, rievoca il primo Atletico Madrid del Cholo Simeone, dove la difesa era puro godimento, un’arte povera con cui fronteggiare i più ricchi Real Madrid e Barcellona, oltre che i grandi club del calcio europeo. Ecco, la Juventus solo quest’anno riesce ad avere una difesa così efficace perché solo ora si è convinta di non essere più superiore alle rivali.

 

 

Due anni senza vincere nulla sono serviti a questo. Avesse ancora l’idea di superiorità dovuta al decennio di successi, non potrebbe giocare così, non sarebbe credibile perché i giocatori non crederebbero nella proposta dell’allenatore. Penserebbero di poter vincere attaccando, dimostrando la loro superiorità. Allegri è riuscito a cancellare questa convinzione nei suoi e anche da se stesso, non a caso quest’anno ha cambiato toni e contenuti, cancellando promesse di scudetto, polemiche sterili e pernacchie nei confronti delle altre avversarie. Ci ha messo un po’ e non lo ammetterà mai, ma ha costruito una Juventus da oltre 80 punti. Quindi da scudetto, Inter permettendo. Considerando che la sua prima Juventus era stata precostituita da Conte mentre questa è decostruita, si può dire che sia la sua prima opera autentica. Resta da capirne il prestigio.

 

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