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Jannik Sinner, la racchetta terrorizza Djokovic: "Il segreto sta nell'alta tensione"

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Sarà la nuova "racchetta magica", sarà la maggiore consapevolezza di sé maturata nel magico dicembre 2023, tra le Atp Finals di Torino e la Coppa Davis a Malaga. Ma lo Jannik Sinner che stiamo vedendo agli Australian Open è un rullo compressore con pochi precedenti nella storia del nostro tennis, probabilmente nessuno. 

Il 22enne di San Candido non ha regalato un solo set ai quattro malcapitati avversari fin qui travolti. Ultimo il russo Khachanov, che pure non è l'ultimo della lista (numero 15 al mondo, per dire) ma che è stato letteralmente stritolato senza nemmeno fare una gara perfetta. Ecco il segreto dell'azzurro numero 4 del ranking Atp e del seeding a Melbourne: l'impressione di poter ancora migliorare tantissimo. Ancora di più, sempre di più. L'ex campione americano Jim Courier, come sottolinea Repubblica, pensa che il merito di tanto strapotere sia la nuova racchetta della Head Speed MP "personalizzata" ma Jannik, sempre sorridente e rilassatissimo, ci scherza su: "Ma no, è come tutte le altre...". 

 

 

 

Ora è ai quarti, dove affronterà l'ostico russo Andrey Rublev che non a caso sembra spaventato: "Ora sono nei guai". Segno che anche i rivali non lo considerano più una possibile sorpresa di talento, ma l'uomo da battere alla pari di Nole Djokovic e Carlos Alcaraz. Sempre Repubblica ricorda le rivelazioni di uno dei più famosi ed esperti incordatori di racchette del circuito, Marco Rossani: "Prima del match Jannik porta cinque racchette. Mi chiede di incordarne una, sempre secondo le specifiche, la sera stessa. Ha il grip nero per distinguerla dalle altre, che invece ce l'hanno bianco. L'incordatura di quella racchetta perderà fisiologicamente un po' di tensione durante la notte e sarà dunque un filo più morbida delle altre. Jannik la userà per il warm up, il riscaldamento". 

 

 

 

Dettagli che, come detto dallo stesso Sinner, rischiano di far perdere il punto centrale della questione e far credere che vittoria o sconfitta siano davvero solo "colpa" di una racchetta non perfetta. Tuttavia, qualcosa vuol dire: "Il vero segreto della racchetta di Sinner è nell'alta tensione - sottolinea il quotidiano diretto da Maurizio Molinari -: 28 kg abitualmente, stavolta l'ha tirata a 27". Il leggendario Roger Federer usava 24, Djokovic e Nadal 25. Il piatto della racchetta di Sinner è così "più rigido, spinge meno a parità di energia generata dal braccio rispetto a pressioni più basse. Questa scelta gli permette però di poter spingere a tutta forza limitando al massimo la perdita di controllo del colpo". 

 

 

 

Non solo, nel cuore della racchetta sono inseriti dei pezzi di un tessuto chiaro. Sono "un suggerimento del suo kiniesologo in chiave preventiva, per tagliare le vibrazioni e preservare il gomito", chiosa Repubblica. Anche da questi particolari, in fondo, si giudica un giocatore.

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