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Ubaldo Scanagatta: "Djokovic ha crepe, Sinner può vincere"

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Per Ubaldo Scanagatta, Jannik Sinner batterà Novak Djokovic nella semifinale degli Australian Open (in programma venerdì alle 4.30 italiane) e non lo farà in cinque set. Il telecronista sportivo lo ha riportato nel suo blog su UbiTennis spiegando le sue motivazioni: “Jannik non ha perso neppure un set in tutto il torneo e in cinque incontri ha perso solo due volte il servizio — esordisce — Ha dovuto fronteggiare 28 palle break, ne ha salvate 26. Avevo scritto l’altro giorno che avrebbe dovuto servire meglio che contro Khachanov e Jannik lo ha fatto, anche se già con l’altro russo Jannik nei ‘pressure-point', i punti importanti, era passato a battere da sotto il 50% a percentuali vicine all’80%”.

 

Scanagatta: “Sinner, servizio super. Lavoro straordinario di Vagnozzi e Cahill”

Nel match contro Sinner, Rublev “ha comunque servito il 10% in più di prime palle rispetto al match con Khachanov, 64% invece del 54% — scrive ancora Scanagatta — E, a riprova di quanto dicevo sui punti importanti, Sinner ha chiuso con un ace finale ben 5 game di servizio. E anche gli altri 5 ace li ha quasi sempre fatti nei punti finali e più importanti dei vari game. Se si pensa a quanto si è letto e scritto per anni sulla fragilità del servizio di Jannik, beh non si può non riconoscere che il lavoro fatto con Vagnozzi e Cahill è stato assolutamente straordinario. E, chiaramente, non solo con il servizio”.

 

 

 

Scanagatta: “Sinner, più probabile battere Nole sul cemento che in altri campi”

Secondo Scanagatta, Djokovic non è imbattibile nonostante i 33 Slam alle spalle. “Un giorno o l’altro non lo sarà più — aggiunge il giornalista nel suo blog — Ma quel giorno è già arrivato oppure no? Per ora Nole resta ancora sicuramente super-competitivo. Di Slam ne vincerà ancora. Se questo, però, non lo so. Secondo me Jannik può batterlo senza destare eccessivo stupore. Più difficile che lo batta sull’erba e sulla terra battuta che sul cemento, per ora. Incredibilmente, nonostante i suoi 36 anni e 8 mesi, ancor più sulla distanza dei tre set su cinque che su quella dei due set su 3, che è quella che ha visto Jannik prevalere in due occasioni delle ultime tre Jannik contro Nole fra Torino e Malaga, Djokovic può giocare tutte le sue carte da fenomeno”.

 

 

 

Scanagatta: “Djokovic, qualche crepa nel fisico c’è”

Nonostante sia un fenomeno “di longevità e di resistenza”, Djokovic qualche crepa potrebbe averla “nel suo fisico formidabile — conclude Scanagatta — perché i set persi (3 che potevano essere 6) e anche i 3 tiebreak vinti lo hanno costretto a stare in campo molto più di Sinner: 15 ore e 18 minuti Djoko, 11 ore e 48 Jannik. Esattamente 3 ore  e mezzo di più, quanto un match duro in più. Spesso sono sforzi che si pagano e gli ‘anziani’ li pagano più nei primi set, quando i muscoli sono ingrippati e sofferenti, che quando si sciolgono. I campioni non più giovani soffrono poi, quando esseri normali quali Djokovic non è, più nel recupero fra un match e l’altro che nel corso di un match".

 

 

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