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Jannik Sinner, il coach Cahill... clamoroso: "Allenarlo? Un lavoro che fa schifo"

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A caldo Jannik Sinner, dopo aver scritto una pagina di storia sconfiggendo Nole Djokovic in semifinale agli Australian Open (non c'era mai riuscito nessuno in 10 occasioni), ha voluto ringraziare non solo i tifosi, ma anche il suo staff tra allenatori, fisioterapisti, preparatori. 

Oggi, a conferma di come il clima nel "team Sinner" sia dei migliori, ecco le parole divertite di Darren Cahill, coach del 22enne di San Candido che domenica contro il russo Daniil Medvedev si giocherò alla Rod Laver Arena di Melbourne il suo primo titolo in uno Slam: "Com'è allenare Jannik? Fa schifo e non ci pagano abbastanza". Parole pronunciate in conferenza stampa dopo la semifinale che hanno scatenato le risate di giornalisti e addetti ai lavori presenti. 

 

 

 

L'allenatore australiano, nello staff di Sinner dal giugno del 2022, ha rivelato come il tennista italiano numero 4 nel ranking Atp (ma che con l'Australian Open scalerà ulteriormente le gerarchie) "ci fa lavorare duro e si diverte a portarci via soldi giocando a carte".

 

 

 

Cahill ha spiegato di avere oggi un ruolo più di supervisione, lasciando al collega italiano Simone Vagnozzi il compito di seguire Jannik "sul campo". E proprio Vagnozzi, a Repubblica, per elogiare Sinner è partito da un dato tra il geografico e il sociologico: "Jannik è nato in una parte molto seria dell'Italia, dove non parlano molto. Da fuori, forse, si vede questo di lui. Ma in realtà è un ragazzo che vuole fare una battuta, vuole sempre un sorriso. In hotel, al ristorante, è davvero un tipo divertente". Il coach ha poi sottolineato "L'etica del lavoro, lo scopo, il desiderio, la volontà di imparare" messi in campo dall'altoatesino, "questo è il QI tennistico dei campioni, e Jannik ha tutto ciò".

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