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Sinner, Pietrangeli al veleno: "Lui quasi un mito ma io dimenticato"

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Ha fatto i doverosi (e dovuti) complimenti a Jannik Sinner, ma nel giorno dell'apoteosi del 22enne di San Candido agli Australian Open, non è mancata una nota polemica nelle parole di Nicola Pietrangeli

A 90 anni, è il grande vecchio del tennis italiano, glorioso in campo (due trionfi al Roland Garros) e da capitano in Coppa Davis, alla guida della Nazionale vittoriosa in Cile nel 1976. Ma, spiega celebrando Sinner, si sente "dimenticato". 

 

 

 

"Sono felice come un bambino, davvero, pensare che un ragazzo italiano abbia finalmente vinto una prova del Grande Slam oltre a me e Panatta era una cosa che sognavo e desideravo da tanto tempo e chi pensa che non sia vero, è un meschino e buono a nulla - premette mettendo i puntini sulle "i" raggiunto da Sky Sport -. Sono felice anche perché lui, Jannik, è qualcosa di unico, di eccezionale. È sulla strada per diventare un mito come me, anzi più grande e glielo auguro, anche se spesso io vengo dimenticato".

La frase, sottolinea, non è riferita all'altoatesino ("Come potrei avercela con un ragazzo d'oro come lui?") quanto al mondo del tennis italiano e al giornalismo. Un esempio? Quando nel giorno della seconda vittoria in Davis lo scorso dicembre, il telecronista aveva citato il solo Panatta come italiano vincitore di uno degli slam. "E io che ne ho vinti due? Ci sono rimasto un po' male, per questo dico che spesso si dimenticano di me. Non lo so perché mi hanno messo in bocca delle cose su di lui, ma posso parlare male di un ragazzo di 22 anni. Io spero che Jannik mi superi, anche perché sarebbe una cosa meravigliosa per lui e per il nostro sport e per il mondo del tennis". 

 

 

 

"Quando ho detto che per Sinner ci vogliono due vite per battere i miei record - precisa ancora - , intendevo che era ed è imbattibile quel record per le giocate e vinte della Coppa Davis, ben 164, ma solo perché hanno cambiato il regolamento e adesso non si può più battere. Tutto qua, non era certo per sminuire il campione, ma si figuri, io sono solo contento e lo sarò di più quando mi supererà. E succederà. Ora me lo godo, come tutti gli italiani e gli dico: bravo campione, battili tutti e diventerà una star".

"Jannik - conclude - ora diventa l'uomo da battere, adesso batterlo è l'obiettivo di tutti: sulla sua maglietta c'è scritto 'Wanted', i tennisti sono come i pistoleri nel vecchio West. Deve stare solo più attento, anche se lui ha il sangue freddo, ma è la sua forza, dal primo game all'ultimo dell'ultimo set lui è lo stesso. C'è solo da dirgli bravo, tutti ora diranno l'avevo detto, ma sono cavolate. Adesso ha conquistato la C con la maiuscola, quella del campione".

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