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Jannik Sinner? La prima cosa che ha fatto dopo il trionfo: una mentalità sconvolgente

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Una partita leggendaria, la finale degli Australian Open disputata da Jannik Sinner: la vittoria in rimonta, quando tutto sembrava perduto dopo i primi due set, contro il russo Daniil Medvedev. Primo titolo slam e primo trionfo italiano in uno slam 48 anni dopo l'ultima vittoria di Adriano Panatta. Insomma, l'altoatesino è l'uomo del momento. Un ragazzo semplice, ma tostissimo. Una mentalità pazzesca, e lo ha dimostrato nella finale contro il russo.

Già, Jannik è un perfezionista. Ama il tennis, la racchetta lo rende felice, lo ha spiegato a caldo dall'Australia. E per arrivare dove è arrivato ha sudato tantissimo, ha dato tutto, concedendosi poco. Il suo obiettivo, parole sue, si presenta ogni mattina: deve diventare un giocatore migliore rispetto al giorno precedente. Questo uno dei suoi segreti: la determinazione, la forza mentale, l'equilibrio e l'abnegazione.

 

E la sua mentalità emerge in maniera dirompente da quanto Sinner ha fatto dopo il trionfo, dopo l'esultanza, comunque contenuta, in campo, dopo il ringraziamento ai genitori. Quasi tutti si sarebbero dati alla pazza gioia, ai festeggiamenti. Soprattutto a 22 anni, gli anni di Jannik. E invece no. Una volta uscito dal campo, la prima cosa fatta dal ragazzo di San Candido è stata parlare con il suo coach, Simone Vagnozzi. Gli ha chiesto dove può migliorare, come può crescere come tennista.

A rivelarlo lo stesso Vagnozzi. Dunque la conferma di Jannik: "Dopo la partita abbiamo già parlato con Simone su come si può migliorare ancora. Perché tutto fa parte di questo processo". Pura mentalità, determinazione cristallina. Caratteristiche che possono portarlo ancor più in alto di quanto sia arrivato, migliorando giorno dopo giorno, appunto. E in modo impressionante nel corso dell'ultimo anno.

 

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