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Atalanta, la banda di criminali terrorizza la Dea: quei sei colpi durante le partite

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Alessandro Dell'Orto
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Il piano è decisamente furbo, perché i rischi rasentano lo zero e il bottino è sempre ricco. I ladri - probabilmente una banda ben organizzata che ama il calcio, ma soprattutto i guadagni dei calciatori - hanno pensato: quale è il momento più sicuro per rubare a casa di un giocatore di pallone? Durante la partita, elementare Watson. E così si sono messi a tavolino e hanno studiato il calendario della serie A e delle coppe europee, per non cadere in clamorosi autogol ed errori, districandosi nel non facile incastro di anticipi, posticipi e recuperi. Ne è uscito un programma dettagliato che finora ha portato i furfanti “in gol” per sei volte, sempre contro l’Atalanta.

DOPPIO KO CASALINGO
L’ultimo colpo è quello di una settimana fa: mentre i nerazzurri, in casa (allo stadio Gewiss di Bergamo), si facevano “rubare” i tre punti dal Bologna, nell’abitazione di Toloi (il capitano italo-brasiliano) venivano sottratti gioielli e orologi di valore. I ladri, che sicuramente hanno notizie e informazioni sulla vita privata dei calciatori migliori di quelle che i giornalisti hanno sulla probabile formazione, sapevano che il difensore era convocato e che sarebbe stato in panchina, e sapevano anche che la sua famiglia era via. Così hanno sfondato la porta blindata dell’appartamento nel quartiere Santa Lucia, in cui il giocatore vive dal 2015 con moglie e figli, e una volta dentro hanno arraffato tutto ciò che hanno trovato di valore, facendo diventare bestiale la domenica del povero Toloi. Il quale, rientrando dopo il match, si è accorto di essere stato beffato due volte, sempre in casa, negli stessi 90 minuti.

Prima di questo assalto la banda, nelle ultime stagioni, era scesa in campo già altre cinque volte facendo bottino pieno (come dicevano i vecchi telecronisti) in casa di Jérémie Boga a Dalmine, Luis Muriel, Juan Musso e Gianluca Scamacca a Bergamo e Merih Demiral a Torre de’ Roveri. Il risultato più clamoroso era stato quello del dicembre 2020 in Città Alta, dal bomber colombiano che da poche settimane si è trasferito negli Usa (Orlando City). La tattica era stata la stessa, vincente anche in quel caso: mentre l’Atalanta perdeva in casa 2-3 contro il Villarreal e salutava la Champions, i furfanti si prendevano contanti, oggetti preziosi e una decina di orologi di grandi marche per un valore di 300 mila euro. Nel 2022, poi, una tripletta ravvicinata e clamorosa: a ottobre era stata espugnata la casa del portiere Musso, a dicembre quella dell’attaccante Boga (mentre la Dea giocava a Nizza in amichevole) e del turco Demiral. Lo scorso ottobre, invece, era toccato al nuovo acquisto Scamacca. L’idea di derubare i calciatori di seria A, ovviamente, non è un’esclusiva della banda che si è specializzata in atalantini. A Monza, per esempio, i giocatori vivono lo stesso incubo.

INCUBO MONZA
Due settimane fa il centrocampista francese Warren Bondo si è ritrovato la villa svaligiata a Concorezzo (abiti e abbigliamento firmato per 20mila euro), mentre pochi giorni prima al povero Pablo Marí, difensore di origine spagnola (quello che era stato accoltellato al centro commerciale di Assago) della squadra di Palladino, avevano portato via una Range Rover Sport da quasi 100mila e giovedì scorso qualcuno, sempre a Concorezzo, ha smontato e rubato lo sterzo al Suv Mercedes del difensore portoghese Dany Mota Carvalho.

I calciatori, al di là che siano impegnati in una partita o semplicemente in viaggio, sono da sempre un obiettivo comodo per i ladri. Ne sanno qualcosa Cris Smalling, difensore della Roma che a ottobre ha ricevuto la terza sgradita visita casalinga nel giro di tre anni, il suo compagno di squadra polacco Nicola Zalewski, il laziale Mattia Zaccagni, Sofyan Amrabat della Fiorentina (mentre giocava in Conference contro il Basilea), gli juventini Kaio Jorge e Moise Kean. D’altronde difendere le case dai professionisti del furto non è facile e soprattutto non esiste una tattica infallibile. No, non funziona nemmeno il catenaccio.

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