Cerca
Cerca
+

Jannik Sinner, la sfida di Paolino Canè: "Non batterà mai il mio record"

  • a
  • a
  • a

Sinner? Un ragazzo fantastico, un ‘Don’ arrivato sulla Terra per educare tutti gli sportivi tennisti. Sa parlare bene e quindi anche quando perde non gli si può dire niente, perché è un ragazzo talmente trasparente, talmente pulito e semplice nelle sue dichiarazioni… Lui vuole solo giocare a tennis fino a quando il fisico e la testa glielo permetteranno. Quindi che lui sia numero 1, numero 2 o numero 100 fa e farà sempre le stesse cose. Questo è da apprezzare”.

Commenta così a Fanpage Paolo Canè, ex tennista e oggi commentatore sportivo. Che dalla sua ha un record che difficilmente Jannik potrà raggiungere. A Los Angeles 1984 fu medaglia di bronzo, anche se il tennis era ancora dimostrativo “Non potrà battere questo record (Sinner, ndr) — ha raccontato Canè — Io l’ho vinta a 19 anni. È un prima che dura da 40 anni. E ora andrò a commentare le Olimpiadi per la Rai”. 

 

 

 

E ancora: “Ai miei tempi era fantastico, io ero ragazzino con Panatta capitano, Carl Lewis, il dream team Usa, tutti i velocisti, dei record pazzeschi. Feci anche le Olimpiadi del 1988 dove persi ai quarti — le parole di Canè — Però come esperienza, lo sfilare per l’Italia e altre cose, è eccezionale. Il mio risultato, anche se dimostrativo, non me lo toglie nessuno. E mi faccio forza di questo”. La sfortuna di vedere le Olimpiadi non riconosciute venne però sostituita dalla gioia “di essere ricevuto al Quirinale da Pertini (ex presidente della Repubblica dal 1978 al 1985, ndr) con tutta la squadra. E gli strinsi la mano. Era dimostrativo, ma è sempre un torneo dove c’era importanza. Dimostrativo o no, dava sempre una medaglia dell’Olimpiade".

 

 

 

Che Sinner sia un alieno sia in campo sia fuori “lo dice lui stesso — ha detto ancora Canè — tutti lo ascoltano perché fa risultati, se fosse il 300 al mondo e parlasse così dopo la sconfitta di Montecarlo (il punto non riconosciuto dalla giudice Tourte, ndr) gli darebbero del co***e. È molto diretto”. Merito di un lavoro “che stanno facendo questi ragazzi — ha concluso — Anche con Musetti: gli rompono tutti le p***e, è un momento difficile, ma è nei primi 30 al mondo. Gli stessi Sonego, Bolelli e Vavassori con i risultati in doppio. Abbiamo poi Paolini, Bronzetti. Dopo il calcio ora si parla solo di tennis, ora anche in tv ogni volta che si gira canale c’è un torneo".

Dai blog