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Juve, il piano-scudetto di Thiago Motta: la rivoluzione sta per iniziare

Claudio Savelli
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Immaginare la Juventus di Thiago Motta è piuttosto semplice: sarà praticamente l’opposto di quella di Allegri. Ed è proprio questo il motivo principale per cui l’attuale tecnico del Bologna, che è in scadenza con il club e non sembra intenzionato a rinnovare nemmeno con la Champions, è il preferito di Giuntoli, a prescindere dal posto finale in campionato e dall’esito della Coppa Italia. Thiago Motta è il prescelto anche perché, oltre alla rottura che offrirebbe rispetto al passato (manca solo Allegri per staccarsi definitivamente dalla gestione Agnelli), ha alcuni tratti che la nuova Juventus apprezza: è cercato da molti, quindi ingaggiarlo sarebbe un colpo anche di immagine per il ritorno del club in Europa; non ha esperienza continentale da tecnico, quindi può farsela assieme alla squadra; non ha pretese di mercato; è giovane e piace ai giovani.

La convinzione interna al club è che i tifosi, in particolare quelli delle nuove generazioni, vogliano più contenuti inerenti al calcio. Il modo per attrarli e migliorare il brand in assenza di vittorie è offrire questi contenuti. In questo senso, fa davvero comodo avere un allenatore come Thiago Motta che, oltre ad allenare la squadra in un certo modo, dopo ogni gara approfondisce temi tattici e di gioco. È tutto materiale compreso nel prezzo. Sempre per allontanarsi definitivamente dal duro e puro aziendalismo della precedente gestione, la Juventus vuole diventare una media-company che divulga calcio.

 

 

ACQUISTI E CESSIONI - Per farlo serve anche la sostanza, quindi che la mano di Thiago Motta in campo si veda subito. Come prima cosa vorrà alzare il baricentro della squadra, e non c’è modo più rapido per farlo che passare a quattro in difesa, magari sostituendo un Bremer con un Calafiori dietro, ovvero un centrale di marcatura con uno di costruzione e proiezione. Il brasiliano, vista la clausola rescissoria da 61 milioni, offrirà a Giuntoli il budget per muoversi sul mercato con un discreto agio, considerando che per il resto il reparto è coperto da Djalo, Huijsen, Gatti e Rugani: anzi, c’è abbondanza. Servirà un colpo sulle fasce perché Danilo, che probabilmente agirà da terzino bloccato in modo da costruire a tre, e Cambiaso non sono sufficienti e difficilmente Thiago Motta riuscirà a trasformare Kostic, tatticamente troppo monocorde per i suoi gusti, in un terzino puro. Il nome al momento è quello di Sikan, 24enne ucraino dello Shakhtar: una “giuntolata”. A centrocampo, l’addio a Rabiot verrà compensato con un grande acquisto: se non è Ferguson, infortunatosi al legamento crociato, sarà Koopmeiners o Merino (Real Sociedad). Un assaltatore, insomma. Costano tanto, 40-50 milioni, ma potrebbero essere in parte finanziati dal sacrificio di Szczesny.

 

 

Davanti, Thiago Motta troverà una rosa praticamente già confezionata. Uno tra Kean e Milik andrà via per evitare ingorghi dietro a Vlahovic, mentre Chiesa benedirà l’arrivo del nuovo mister e sarà più predisposto a trattare il rinnovo di contratto attualmente in scadenza nel 2025. Serviranno ali offensive quindi è possibile che Soulé possa avere un destino diverso rispetto a quello raccontato in questi mesi, ovvero la permanenza a Torino. Yildiz potrà ricoprire sia il ruolo di sottopunta sia, inizialmente, quello di ala di scorta su entrambe le fasce mentre Iling Junior e Weah sono perfetti per bilanciare la formazione “alla Saelemaekers”, soprattutto dopo l’annuncio del Palmeiras dell’ingaggio di Felipe Anderson (che contestualmente ha scritto di «non aver trovato l’accordo di rinnovo con la Lazio»). Dalla squadra ingessata al modulo fluido, dal calcio di reazione al protagonismo, dalla decostruzione degli avversari alla costruzione delle proprie azioni, dall’improvvisazione offensiva alla decodifica dei movimenti, dall’insieme di singoli ai singoli d’insieme. Parole al vento, per nerd del calcio, fino a che qualcuno non le tradurrà in fatti. Qualcuno come Thiago Motta. 

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