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Jannik Sinner, quell'ora cruciale prima del match con Khachanov: cosa è successo in campo

Leonardo Iannacci
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Ormai tutto quello che ruota attorno all’universo di Jannik Sinner - che ieri si è qualificato per i quarti di finale del Master 1000 di Madrid (montepremi di 7.877.020 euro) battendo Khachanov e ottenendo la 28ª vittoria su 30 partite giocate in questo fantastico 2024 - fa notizia. 

Nella tarda mattinata di ieri e prima di pranzo, i telegiornali e i vari siti erano in fermento per il grande dubbio: Jannik ce la farà a giocare l’ottavo di finale in programma a metà pomeriggio? Il fastidio all’anca destra accusato martedì sera contro Kotov impedirà al nuovo eroe sportivo nazionale di giocare contro l’orco russo Karen Khachanov, un tipo alto due metri che è tutto muscoli e cattiveria? Persino la nonnetta impegnata a fare la spesa, mentre il salumiere gli tagliava un etto di prosciutto, si interrogava con la vicina di casa: «Ce la farà a giocare quel bravo ragazzo? Speriamo...».

A conferma che il rosso di Sesto Pusteria è diventato ormai di tutti, un caso nazionale nel più riuscito senso del termine: è il fidanzato d’Italia o, se preferite, l’eroe della porta accanto che chiunque ammira. Per questo il suo fastidio all’anca si è trasformato in un rebus da Settimana Enigmistica, in un giallo che è stato risolto soltanto dopo il lungo warm-up al quale si è sottoposto mentre le nonnette di cui sopra mettevano su la pasta e ancora non sapevano cosa avesse deciso «quello simpatico e rosso di capelli».

 

SGUARDO ATTENTO
Sotto lo sguardo attento del suo allenatore, Simone Vagnozzi, ma soprattutto dell'amico fisioterapista Giacomo Naldi che cura la macchina-Jannik con una cura certosina, all’ora di pranzo Jannik stava testando l’anca destra dolorante. Il fastidio già accusato durante il Torneo di Montecarlo che si era manifestato nell’incontro contro Kotov, non aveva impedito a Sinner di vincere ma di convincere, sì.

Il warm-up al quale si è sottoposto ieri, prima della sfida con Khachanov, è durato quasi un’ora e Vagnozzi ha messo sotto pressione il ragazzo, facendogli saggiamente provare tutti i colpi, soprattutto quelli in estensione. «Se scendo in campo vuol dire che sono pronto», ha sibilato Jannik.

E difatti, alle quattro di un pomeriggio freddo e umido, è sceso sul campo numero 2 dedicato ad Arantxa Sanchez, campionessa spagnola dei bei dì, e ha incrociato la racchetta contro Khachanov. Il russo ha iniziato subito a lanciare mattonate, con la prima di servizio pesante difficile da controllare da parte di Sinner. Tutto stava procedendo con scambi diseguali: Jannik cercava di variare, come sempre fa, il suo gioco azzardando anche smorzate e incroci di puro talento, il russo martellava anche con un diritto sorprendente, mai così preciso e solido.

 

Sul 5-5, il patatrac per il nostro: stranamente indeciso nel game più importante, Sinner ha sbagliato una banale smorzata e il russo l’ha brekkato, chiudendo poi 7-5. N Ibrividi sono tornati nella mente e nel cuore non solo di chi è un Carota Boy. Ma Jannik è un supereroe Marvel che trova forze recondite nei momenti più complicati, così nel secondo set ha riportato le cose a posto, approfittando anche di una serie di errori inusitati di Khachanov. Freddo e glaciale come soltanto uno nato fra le valli dolomitiche, ha brekkato il russo portandosi sul 2-0 e ha tenuto il servizio sino a un rassicurante 6-3. Punteggio che ha portato la sfida al terzo set. Pur tenendo a fatica due turni di servizio, Sinner ha risolto la faccenda brekkando due volte il russo (la prima, fondamentale, sul 2-2) e chiudendo con una naturalezza che ha quasi fatto dimenticare l’inconveniente alla sua anca magica.

«PARTITA DURA»
Con 35 vincenti contro i 24 del russo, Jannik ha scordato i problemini: «Ho giocato tante partite e una certa stanchezza del fisico può starci. Ma io voglio giocare sempre e stavo bene durante il warm-up. E stata una partita dura, ho perso il primo set perché ho fatto troppi errori, poi però ho ritrovato il mio tennis». Oggi riposa: il rosso di Sesto tornerà in campo domani nei quarti di finale.

Altre cartoline dal torneo di Madrid: ha fatto il suo dovere anche Carlitos Alcaraz contro il tedesco Struff. Pure lui dolorante ma al braccio, lo spagnolo non ha avuto vita facile, vincendo faticosamente in tre set: 6-3, 6-7, 7-6, mostrando grinta ma non il su tennis migliore. Daniil Medvedev ha battuto Bublik (7-6, 6-4), fuori a sorpresa invece Alexander Zverev che ha confermato il pessimo momento di forma, battuto dall’argentino Cerundolo in due set secchi: 6-3, 6-4.

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