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Cateno De Luca: "Come e quando stacco la Sicilia dall'Italia"

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La polmonite non ferma Cateno De Luca: il sindaco di Taormina, vittima di un grave malore durante un comizio due settimane fa, sta girando in camper a causa del divieto dei medici di prendere l'aereo. Ma lui non molla e, intervistato dal Fatto Quotidiano, rilancia il progetto della sua accozzaglia di liste. Ben 20, tutte diverse, ma con l'unico obiettivo comune di raggiungere la soglia del 4% alle europee: "I sondaggi ci danno al 2,5%, ma pure al 3%. E sono solo indizi. Si figuri se ho paura dello sbarramento, ho progetti importanti. Se non mi ammazzano" dice. 

Ma l'obiettivo di De Luca è molto più ambizioso e guarda già oltre alle europee: "Tra qualche anno sarò presidente della Regione. La prima cosa che faccio è prendere un’ascia per tagliare i tubi che portano il petrolio raffinato dalla Sicilia al resto dell’Italia. Altro che scarto del residuo fiscale al Nord. Stacco la Sicilia dall’Italia". Meno male che il problema era l'autonomia...

 

 

Fosse per il sindaco, il Ponte sullo Stretto neanche si farebbe. Anzi, addirittura è arrivato a definirla una truffa: "Il ponte di Matteo Verdini (sic) è una truffa. Serve per pagare un po’ di consulenze e chiudere certi contenziosi. Loro stessi sanno che non si farà mai. Ci hanno rapinato 2 miliardi e 200 milioni di fondi per sviluppo e coesione solo per fare affari, né più né meno". 

 

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