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Michael Folorunsho, chi è l'asso nella manica di Luciano Spalletti ad Euro 2024

Claudio Savelli
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C’è solo un giocatore dei 26 convocati per l’Europeo senza alcuna presenza in maglia azzurra. Michael Folorunsho, 26enne romano come si può notare dalla cadenza e laziale di fede come si evince da qualche intervista e dal passato nelle giovanili biancocelesti.l’eccezione alla regola dell’usato sicuro. Il jolly che Luciano Spalletti si è voluto infilare nella manica, sapendo che può risolvere non solo una partita ma anche la formazione-tipo, su cui c’è ancora tanto lavoro da fare. Ci sono due aspetti che fanno di Folorunsho il feticcio del ct. Il primo è caratteriale, imbevuto nella classica storia del giocatore che ce la fa dopo essere stato relegato in qualche categoria inferiore.

Il Napoli lo acquista dalla Virtus Francavilla in serie C nel 2019 per un milione ma non lo ritiene all’altezza, complice anche la nomea del caratteraccio, e allora lo presta a destra e a sinistra, al Bari, alla Reggina, al Pordenone poi ancora alla Reggina, al Bari e infine al Verona prima del rientro alla base perché non può non piacere pure ad Antonio Conte. Mai una presenza in A prima della benedizione di mister Baroni che ne fa un perno (34 gettoni) dell’Hellas del miracolo. Spalletti lo chiama e lo conferma per questo: è sulla cresta dell’onda. Uno o due giocatori che vivono un sogno a occhi aperti vanno chiamati sempre. Sono loro, di solito, a entrare nella storia. L’altro è Calafiori ma c’è una differenza: Folorunsho non è passato dalle Under, non era in odore di convocazione da anni, non era 'uno nel giro' e non ha vissuto una stagione magica bensì ha lottato per la salvezza del Verona. Quindi vive in lui quel fuoco che Spalletti ama nei calciatori. Il secondo aspetto per cui il ct conserva Folorunsho come una reliquia è tattico.

 

 

'Fo lo', come viene chiamato in quel di Coverciano, è il centrocampista d’assalto che manca alla Nazionale ("Una bestia", la sintesi affettuosa). Abbiamo tutto - registi, mediani, mezzali di qualità o box to box o di inserimento - tranne il centrocampista di fisico e corsa che aggredisce le seconde palle e, così facendo, accorcia la squadra in avanti. In lui, Spalletti rivede qualcosa di Nainggolan (dei bei tempi, s’intende). In lui vede una soluzione per un’Italia magari spenta e disorganizzata. Scommettiamo che quando il gioco si farà duro, il duro Folorunsho comincerà a giocare?

 

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