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Calciomercato, parametri zero? Una farsa: tutta la verità sulla fregatura e i nomi coinvolti

Claudio Savelli
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Molti appassionati di pallone si chiedono cosa aspetti l’Inter a ingaggiare Mario Hermoso. È perfetto: terzo di difesa mancino, nel pieno della carriera (29 anni), reduce da un anno da titolare nell’Atletico Madrid e, soprattutto, svincolato. Ma i cosiddetti “parametri zero” sono sempre meno “a costo zero”, motivo per cui i nerazzurri su Hermoso hanno soltanto iniziato a lavorare. Non è vero che serve l’approvazione di Oaktree visto che Marotta è presidente con potere di firma, è che ogni operazione deve avere un senso, e non è detto che uno svincolato ce l’abbia. A livello tecnico Hermoso è perfetto per i motivi di cui sopra - giocatore di spessore internazionale rodato nel ruolo ma a livello economico e finanziario non lo è affatto: prendendolo, l’Inter potrebbe otturare lo spazio a bilancio per altri interventi in rosa ritenuti più importanti della riserva di Bastoni, quali un attaccante o un esterno destro o ancora un difensore centrale per il prossimo anno. Nel concreto, se l’Inter concedesse un contratto di 4 milioni netti per 3 anni (detto che lo spagnolo ne vuole 4,5 per 5 anni...), Hermoso costerebbe circa 25 milioni lordi, quindi più di 8 all’anno. Se l’Inter strappasse il sì a Ricardo Rodriguez per un solo annodi contratto a 1,5 milioni netti (quanto guadagnava al Torino), il costo da iscrivere nel prossimo bilancio sarebbe di circa 3 milioni lordi.
 

BELLA DIFFERENZA 
Se i parametri zero sono sempre di più, vuol dire che ci guadagnano soprattutto gli agenti e i giocatori stessi. Quindi ai club convengono sempre meno. Ecco perché grandi nomi svincolati come Rabiot, Varane o Depay sono ancora liberi. Un tempo sarebbero già stati ingaggiati, oggi i club attendono perché il costo annuo a bilancio è più rilevante della cifra sborsata per un cartellino, soprattutto perché le commissioni sono una spesa, non un investimento. La mamma di Rabiot, ad esempio, pare abbia chiesto alla Juventus oltre 2 milioni sul rinnovo di suo figlio, come se fosse un nuovo parametro zero che il club bianconero, se vuole, deve reingaggiare.

 

 


Poi si arriva ai casi limite tipo Mbappé, costato 115 milioni di premio alla firma al Real Madrid e in questa cifra sono state infilate pure le commissioni perché suona meglio non menzionarle. Il guadagno consiste nel non dover trattare con un club, ma in molti casi è solo quello. I costi accessori si alzano anche i giocatori con clausola rescissoria invitante, vedi Zirkzee. Il Milan avrebbe pagato i 40 milioni necessari per liberarlo dal Bologna ma l’agente avrebbe chiesto 15 milioni di commissioni, convinto che il valore della clausola fosse inferiore a quello reale. Concederle significa creare un precedente agli occhi di tutta la categoria di agenti, il cui volume di affari è in crescita: nel 2023, rispetto all’anno precedente, i ricavi sono infatti aumentati del 6,8%. Solo in serie A, campionato comunque attento alle spese, alla voce commissioni sono stati spesi 220 milioni nel 2023, mentre in Premier League sono arrivati a quota 480 milioni nell’ultimo anno. Apoco sembra servito finora il regolamento Fifa che regolava in percentuale le commissioni degli agenti visto che, in certi casi, hanno trovano il modo di camuffarle sotto altro nome, vedi Mbappé.

 

 

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