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Djokovic batte Musetti e umilia il pubblico di Wimbledon con un gesto

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Applausi a scena aperta, ma anche tanti fischi. Nole Djokovic divide, non c'è niente da fare. E anche dopo aver conquistato la finale di Wimbledon buttando fuori la sorpresa azzurra Lorenzo Musetti in tre set non conquista lo stizzito pubblico inglese.

Colpa anche delle polemiche del turno precedente, quando il serbo ha accusato gli appassionati di avergli tifato contro al grido "Rune Rune", il suo avversario danese. E così l'ex numero 1 al mondo fa buon viso a cattivo gioco durante la semifinale, quando dopo un punto messo a segno sfida gli spalti schierati con il 22enne azzurro fingendo di asciugarsi gli occhi: "Piangete, piangete pure". 

 

 

 

Il clima si surriscalda e al termine del match vinto, e con già Carlos Alcaraz nel mirino nella finale di domenica, ha colto nuovamente la sua più dolce vendetta. Dopo aver stretto la mano a Musetti e all'arbitro, si è fatto il giro del prato suonando la sua racchetta come un violino. Il gesto non è una provocazione ma un omaggio alla figlia, ma molti non l'hanno capito e l'hanno bersagliato di "buuu". Nessun problema, perché come se nulla fosse il Joker si è portato la mano all'orecchio per assaporare la contestazione dei presenti.

 

 

 

Da agonista immortale qual è, il 37enne riesce ancora oggi a galvanizzarsi quando contestato e sportivamente odiato. Ed è forse questa forza mentale la sua più grande virtù. Non è un caso che in conferenza stampa abbia trovato la forza di avvisare ironicamente Alcaraz: "Gli auguro di vincere tutti gli slam, ma tra 15 anni quando mi ritirerò". E anche Jannik Sinner, in vacanza in Sardegna con la sua bella Anna Kalinskaya, avrà avuto modo di prendere nota.

 

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