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Angela Carini, il gesto e il Big Bang della biopolitica: cosa c'è in palio oltre alla medaglia

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Angela Carini è piegata, ma non vinta, perché il suo rifiuto di diventare il bersaglio di una donna che ha il pugno di un uomo è un trionfo della verità. Il suo gesto ha polverizzato in 46 secondi la retorica dell’ideologia gender spinta ai confini della realtà. Tutti hanno visto quel dritto sferrato con velocità e potenza sul suo volto: Imane Khelif ha la mano pesante, ha colpi che «fanno malissimo», l’incontro era impari. Carini poteva restare sul ring, prendere altri fendenti, diventare una maschera di sangue, rischiare perfino la vita, ma ha scelto la strada più fiera e dolorosa, non partecipare al massacro delle regole dello sport, non diventare complice del tradimento dello spirito di Olimpia. (...)

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