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Parigi 2024, "sorpresa" nel piatto del campione olimpico: scoppia lo scandalo

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Pietro De Leo
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Quand’è che un evento, di qualsiasi tipo, si può considerare irrimediabilmente, indiscutibilmente, tragicamente fallito? Quando trovi una “sorpresa” nel piatto. Quante cene nella nostra vita sono crollate per via di un capello che spunta tra i maccheroni? Ecco, immaginate se ciò dovesse accadere nel villaggio Olimpico di Parigi 2024. E infatti è accaduto. Stando, almeno, a quanto denunciato dal nuotatore britannico Adam Peaty, argento nei 100 metri rana. E l’intruso in questione non è un capello, ma qualcosa di ben peggiore. Lo ha detto rilasciando un’intervista al sito Inews. «A me piace il pesce», ma nella mensa del villaggio olimpico, «la gente nel pesce trova vermi. Non è abbastanza buono». Alle Olimpiadi «stiamo guardando il meglio del meglio al mondo, e non gli stiamo dando da mangiare il meglio», sferza il nuotatore. Il colpo di clava arriva quando l’atleta 29enne paragona i Giochi di Francia con le edizioni precedenti: «A Tokyo il cibo era incredibile, a Rio è stato incredibile. Questa volta non c’erano abbastanza opzioni proteiche». E poi lamenta le «code lunghe, 30 minuti di attesa per il cibo perché non c’è un sistema di code».


Peaty lancia poi un’accusa durissima a quello che è il retroterra culturale che ha guidato l’organizzazione dei giochi: «La narrazione della sostenibilità è stata semplicemente imposta agli atleti. Voglio la carne, ne ho bisogno per performare ed è quella che mangio a casa. Perché dovrei cambiare?». Le rimostranze della delegazione britannica sul cibo erano trapelate sin dai primi giorni dall’arrivo, tanto che molti atleti di Sua Maestà hanno scelto di non fruire della mensa, preferendo la “GB House” (sarebbe l’equivalente di Casa-Italia). L’afflusso era talmente elevato che è stato necessario far arrivare in fretta e furia un altro chef dalla Madrepatria per poter garantire il servizio. In totale, ogni giorno, nel Villaggio olimpico vengono predisposti circa 40mila pasti per gli atleti e lo staff, e la mensa principale ha 3.300 posti a sedere. Inews dopo l’intervista a Peaty ha contattato anche un portavoce dei Giochi, che ha spiegato: «Stiamo ascoltando gli atleti e prendiamo molto sul serio il loro feedback».

 


Sarà, ma mentre ci si avvia al rush finale dei Giochi il racconto dei disservizi e delle scelte bizzarre al Villaggio olimpico (tra letti di cartone e troppo corti e assenza di aria condizionata sempre in ossequio alla “sostenibilità”) è ormai scritto nella storia di questa edizione in modo irrecuperabile. Insieme, purtroppo, a un altro fattore negativo, ovvero il contagio da Covid. Lo stesso Peaty, appena dopo aver vinto la medaglia, è risultato positivo. A ieri erano circa una quarantina gli atleti che avevano contratto il virus. Maria Van Kerkhove, responsabile della preparazione all’epidemia e alla pandemia dell’Oms, durante una conferenza stampa ha spiegato: «Non sorprende vedere atleti infetti, perché il virus circola abbastanza rapidamente in altri Paesi». In presenza di questa circostanza, ricordava l’Ansa ieri, alcune delegazioni hanno preso le contromisure di precauzione. È il caso della squadra francese di canottaggio, che ha ripristinato l’obbligo di mascherina per chiunque acceda alle conferenze stampa.

 

 

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