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Imane Khelif, il padre contro Meloni: "Non doveva dire quelle cose. L'Islam non lo ammette"

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A un mese di distanza dalle Olimpiadi di Parigi e relative polemiche globali, Imane Khelif colpisce ancora. E lo fa contro Giorgia Meloni. 

Per l'esattezza, è il padre della pugile algerina "intersessuale", medaglia d'oro ai Giochi, ad attaccare la premier italiana. La bufera era esplosa su X, quando in molti avevano criticato la presenza della boxeur androgina e con una produzione di testosterone oltre la norma per una donna (e per questo erroneamente tacciata di essere "trans" o addirittura "un uomo"), a causa del sospetto di possibili vantaggi competitivi sul ring nei confronti delle rivali. Tra queste anche l'azzurra Angela Carini, che si ritirò dal match contro l'algerina dopo una manciata di secondi, colpita due volte pesantemente al viso. 

 

 

 

"Conta anche poter competere ad armi pari. Questa dal mio punto di vista non era una gara ad armi pari", aveva detto la Meloni a Parigi, criticando i parametri del Cio che avevano consentito alla algerina di partecipare al torneo nella categoria sotto i 66 chili (torneo, come detto, poi vinto): "Io penso che atleti che hanno caratteristiche genetiche maschili non debbano essere ammesse alle gare femminili".

 

 

 

Ora Omar Khelif, padre della 25enne, accusa: "Giorgia Meloni non avrebbe dovuto abbassarsi a dire quelle cose. Dio l'ha creata donna - ha sottolineato riguardo alla figlia - ed è rimasta una donna. Imane non è una trans e non è mai stata un uomo. L'Islam, la nostra religione, non ammette tutto questo: qui manco se ne parla dei trans".

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