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Jannik Sinner, ecco il piano per vincere in Italia: a cosa ha rinunciato

Leonardo Iannacci
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Jannik Sinner testa e cuore, in campo e fuori. Per essere numeri 1 si devono avere doti non comuni agli esseri normali e una giornata di tennis nella lontana Pechino, all’interno dello stadio che vide il trionfo olimpico di Rafa Nadal nel 2008, ha suggerito alcune cose che ancora non si sapevano dell’uomo Sinner. Uomo perché ora Jannik non è più il ragazzetto dai capelli rossi di un anno fa. «Nel settembre di dodici mesi fa non aveva ancora stupito: poi è esploso, ha vinto due Slam, tanti tornei, la Davis da leader ed è assurto a numero 1 del mondo. Ed è un uomo», ci ha raccontato nelle giornate bolognesi di Davis Adriano Panatta, uno che “legge” i campioni veri. E gli strateghi, qual è oggi Sinner.

Condensiamo quello che è emerso nella giornata di ieri: Jannik ha faticato contro il cileno Nicolas Jarry nel primo turno del torneo pechinese. Ma lo ha battuto dopo aver ceduto un set: 4-6 6-3 6-1 il punteggio. Significativo il bacio al cielo che Jannik ha dedicato alla zia Margith, la sorella di mamma Siglinde, scomparsa qualche giorno fa. «Ho vissuto giornate intere insieme a lei quando i miei genitori erano impegnati a lavorare nel ristorante della via Fiscalina», aveva raccontato Sinner, cuore d’oro e numero 1 nel sentimento. Ha chiuso la pratica Jarry con l’82% di punti vinti con la prima di servizio e il 67% con la seconda, contro il 19% del cileno e i suoi 41 gratuiti maturati nel secondo e terzo set. Per Jannik è arrivata la 56esima vittoria sulle 61 partite giocate nel circuito maggiore nel 2024. Al prossimo turno lo aspetta Roman Safiullin o Stan Wawrinka.

 



PROGRAMMAZIONE
Da numero 1 del tennis, gelido e spietato anche fuori dal campo quando deve gestirsi come lo fa nei punti decisivi di una finale Slam, ha poi preso una decisione da intelligente fuoriclasse: appena saputo che Sasha Zverev aveva dato forfait ai tornei in Cina (Pechino e Shanghai) per una polmonite, Sinner ha cambiato la programmazione per il finale di stagione, essendo il tedesco staccato di 4000 punti nel ranking e l’unico che avrebbe potuto impensierirlo nella volata per il primo posto. Si è cancellato dal torneo di Vienna, andrà al 1000 di Parigi-Bercy senza forzare per puntare all’unica cosa che ancora gli manca dopo due Slam, la Davis, i 1000 vinti e il trono mondiale (oltre ad aver superato da eroe le forche caudine dell’affaire-Clostebol): un trionfo in Italia, nel paese che lui ama e per il quale ha vinto quasi da solo la Davis 2023 a Malaga che vuole bissare a fine novembre. Sino ad ora Jannik ha sempre floppato agli Internazionali di Roma, lo scorso maggio non partecipò per i guai all’anca.

Quindi vuole presentarsi alle Nitto Finals di Torino per vincerle e sottolineare che il numero 1 della classifica ATP non è solo un computo matematico di punti conquistati o scartati. Ma che lui è il padrone del tennis moderno, più di Carlitos Alcaraz che avrà più talento, più colpi, più fantasia ma in quanto a strategia e continuità ora cede il passo. Ieri abbiamo scoperto l’ennesimo lato segreto del nostro campione diventato un magnifico stratega di se stesso come lo sono stati Roger, Rafa e Nole: in pochi minuti ha stravolto il finale di stagione per atterrare sulle Finals che lo scorso anno lo videro battuto in finale da Djokovic. “Devo migliorare qualcosina" ha comunicato ieri, da incontentabile, ai nuovi preparatori Marco Panichi e Ulises Badio, al debutto nel box. Di fronte avevano un uomo non un ragazzo. E gli altri azzurri? Sempre a Pechino Flavio Cobolli ha piegato il russo Alex Bublik (4-6, 6-1, 7-6) mentre Lorenzo Sonego ha perso (6-1, 2-6, 3-6) da Adrian Mannarino. Matteo Berrettini ha superato il primo turno del 500 di Tokyo battendo l’olandese Botic van de Zandschulp (6-3, 6-4), Matteo Arnaldi ha ceduto (3-6, 2-6) contro lo statunitense Tommy Paul mentre Mattia Bellucci si è arreso (4-6, 2-6) al britannico Jack Draper.

 

 

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