Sinner, Arnaldi svela: "Cosa succede negli spogliatoi"

venerdì 9 maggio 2025
Sinner, Arnaldi svela: "Cosa succede negli spogliatoi"
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“Se sono arrivato dove sono è perché ci ho sempre creduto,  quando i risultati più importanti sono arrivato, allora è lì che ho iniziato ad immaginare e realizzare che avrei potuto raggiungere questa posizione in classifica e competere a questo livello. Quando uno inizia a prendere consapevolezza è sicuramente una spinta in più a crederci e a puntare sempre più in alto”. Commenta così Matteo Arnaldi prima degli Internazionali d’Italia di Roma.

Il tennista italiano lo ha fatto nell’intervista concessa a Fanpage. Nella gioventù, prima di passare al tennis grazie al nonno, Arnaldi è stato un nuotatore: “So nuotare per carità, però non l’ho mai trovato divertente e appassionante come il tennis — ha aggiunto — Il tennis è lo sport di cui mi sono innamorato sin da piccolo. È vero che ho provato anche altri sport come credo sia giusto per ogni ragazzino di 12 anni, ma alla fine sognavo i campi da tennis quando non giocavo".

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A Madrid, intanto, Arnaldi ha battuto l’idolo Djokovic, che seguiva a scuola, durante le partite del serbo, di nascosto tra una lezione e l’altra: “Un'emozione unica, che spero di riprovare in altre occasioni future, ma che non scorderò facilmente — ha detto — Con lui mi sono allenato già in passato, ma scendere in campo su un ‘palcoscenico' del genere è tutta un'altra cosa. Novak è sempre stato il mio idolo e in confronto ad altre leggende come Federer e Nadal è probabilmente quello in cui mi ci rivedo di più — ha detto Probabilmente non ho la stessa ‘classe' di Roger (Federer, ndr), e non ho la fisicità di Rafa (Nadal, ndr), però sono più simile a Novak in quasi tutti gli aspetti, anche dal punto di vista dello stile di gioco".

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Il consiglio che darebbe ai più giovani “è di credere in se stessi sempre e non comparare il proprio viaggio con quello degli altri. Il top si può raggiungere attraverso molte strade, ognuno deve trovare la propria”. Mentre su Sinner “negli spogliatoi di lui non se ne parlava troppo, ognuno ha il proprio lavoro da fare e diciamo che non c’è molto tempo per troppe chiacchiere da spogliatoio”. Infine un commento sui retroscena dovuti ai controlli anti-doping: "Sicuramente non è un sistema semplice, soprattutto per il fatto che dobbiamo aggiornare la nostra posizione ogni volta che ci spostiamo anche di un giorno — ha concluso — Da tennisti probabilmente siamo gli sportivi che viaggiano più di tutti. È un sistema che potrebbe e dovrebbe essere cambiato adattandolo alle caratteristiche del nostro sport".