Sinner risorge e travolge Paul: il punto che fa impazzire Roma, è finale con Alcaraz

Jannik, inizio choc e rimonta contro l'americano. Domenica a Roma finale contro Alcaraz
di Claudio Brigliadorivenerdì 16 maggio 2025
Sinner risorge e travolge Paul: il punto che fa impazzire Roma, è finale con Alcaraz
2' di lettura

Dura 29 minuti il capolavoro di Tommy Paul contro Jannik Sinner, che riemerge dal black out totale in cui era piombato e si prende con classe e grinta al terzo set la sua prima finale agli Internazionali d'Italia di Roma, davanti ai suoi tifosi che hanno prima trattenuto il fiato, quasi sgomenti, e poi sono esplosi di gioia dopo l'1-6 6-0 6-3 conclusivo. Nell'ultimo set, qualche smorfia di troppo ha fatto intendere una certa sofferenza fisica. Capiremo presto se si sia trattata di tensione, semplice "stanchezza da rientro" nel primo vero probante incontro dopo 3 mesi di stop per il caso Clostebol o un qualche guaio muscolare.

Domenica dunque sarà "Sinneraz": ultimo, attesissimo, pronosticatissimo atto contro Carlos Alcaraz, che poche ore prima ha eliminato l'altro azzurro Lorenzo Musetti in 2 set. Numero 1 contro numero 3, formalmente. Ma, non ce ne vogliano Zverev, Draper o Fritz (baby fenomeno Joao Fonseca permettendo) semplicemente i due dominatori dei prossimi 10 anni sotto rete. 

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Il primo set vinto 6-1 dall'americano, numero 13 al mondo e 12 del seeding romano, sconvolge il pubblico del Centrale del Foro Italico ma ancora più l'altoatesino, letteralmente travolto e capace di vincere un game solo al sesto tentativo, sullo 0-5 e con due break subìti. Nemmeno nei peggiori incubi del numero 1 del tennis mondiale. Ma come spesso accade nel tennis, anche gli Internazionali confermano come questo sia soprattutto lo sport della testa. Se si accende l'interruttore giusto, cambia tutto. 

Jannik trova la giusta intesa con i coach Cahill e Vagnozzi, seduti insieme nel suo "angolo". Lo rincuorano, lo spingono, gli danno le giuste indicazioni. E Sinner comincia a volare. Morde al servizio, finalmente infila qualche ace, conquista il campo, non viene più schiacciato dal 27enne del New Jersey capace fin lì di giocare sulla terra rossa la partita perfetta di una carriera sì ottima, ma mai eccezionale. Paul sbaglia spesso, non trova più angoli e profondità "impossibili", cede di schianto 6-0 il secondo set. 

L'inerzia, come per magia, è svoltata. Sinner agita sempre più spesso "il pugnetto", le facce degli allenatori si rilassano, il volto dell'americano al contrario si fa teso, contratto come il suo tennis. Jannik si trasforma in una locomotiva umana, lanciata a tutta velocità proprio come nella semifinale stravinta 6-0 6-1 contro Casper Ruud. Un suo dritto lungo linea lascia letteralmente un buco nella sempre umida terra romana. Un siluro, quasi una risposta a distanza a Musetti che, deluso, dopo la sconfitta ha incoronato Alcaraz definito "il più forte di tutti sulla terra rossa, anche di Jannik". Staremo a vedere.

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