La Caporetto di Luciano Spalletti e della Nazionale italiana da oggi si chiama Ullevaal Stadion. A Oslo gli azzurri vengono travolti 3-0 dalla Norvegia di Haaland nella prima gara delle qualificazioni per i Mondiali 2026 e paradossalmente la situazione nel Gruppo I si fa già quasi drammatica: gli scandinavi sono a punteggio pieno con 9 punti in 3 partite (e una differenza reti di +10), con Israele a 6, l'Estonia a 3 e l'Italia (1 gara) e la Moldavia (2 partite già giocate) a quota 0.
Una partenza a handicap che da un lato evidenzia nuovamente, se mai ce ne fosse stato bisogno, lo stato di crisi profonda del nostro calcio in generale e della Nazionale in particolare, e dall'altro mette a forte rischio anche la posizione del commissario tecnico, già uscito con le ossa rotte dall'Europeo 2024 con l'umiliante eliminazione agli ottavi contro la modesta Svizzera. Solo il primo posto nel girone vale la qualificazione automatica a Usa-Messico-Canada 2026, il secondo garantisce solo l'accesso ai rischiosissimi playoff che ci sono stati già fatali in occasione del Mondiale 2018 in Russia (fuori contro la Svezia) e del Mondiale 2022 (ko con la Macedonia del Nord). Un incubo a occhi aperti.
Spalletti, bombe su Acerbi e Mancini: "Me lo deve spiegare"
"Un giorno Acerbi mi spiegherà dove gli ho mancato di rispetto. E gli dirò ciò che penso ...La Norvegia fino a pochi mesi fa era una eterna incompiuta, con talenti enormi (su tutti, ovviamente, il mega-bomber del Manchester City Haaland) incapaci però di brillare insieme. Questa versione invece è scintillante: due centrali difensivi solidi come Ajer e Heggem, un centrocampo che unisce la qualità di Odegaard (stella dell'Arsenal semifinalista in Champions) alla solidità di Berge e Thorsby, un attacco in cui l'imprendibile Nusa (Red Bull Lipsia, guarda caso) sulla sinistra ha il compito di innescare i due terminali Haaland e Sorloth (capocannoniere dell'Atletico Madrid). Solbakken ha finalmente in mano un undici che mescola brillantezza fisica e mentale all'esperienza internazionale. Il confronto con gli azzurri, spremuti, insicuri, senza idee, slegati, è impietoso.
La partita, alla fine si riduce al primo tempo in cui tutto fa tornare alla mente Psg-Inter finale di Champions di sabato scorso, con i padroni di casa nelle vesti dei neo-campioni d'Europa ovviamente. Primo gol al 14' con Sorloth, dopo un grave errore in disimpegno di Bastoni. Raddoppio al 34' di Nusa, con gran botta da fuori non angolatissima e Donnarumma non proprio perfetto. Il tris lo mette a segno Haaland al 42', saltando Gigio e depositando nella rete sguarnita.
Non basta appellarsi alle assenze pesanti (da Gabbia a Locatelli e Kean) e alle polemiche pre-match come quella (folle) tra il ct e Acerbi. Uno show umiliante, con Berge che nel secondo tempo sfiora addirittura il poker colpendo il palo interno. Per gli azzurri letteralmente tramortiti, si segnalano solo un paio di spunti di Udogie e Raspadori nel secondo tempo, quando ormai la situazione era compromessa. Il vero miracolo, a questo punto, non sembra nemmeno poter riagguantare la Norvegia in classifica. Ma ritrovare una Nazionale che non c'è.