Adriano Panatta, bomba sul caso-Sinner: "Chi deve tacere"

martedì 10 giugno 2025
Adriano Panatta, bomba sul caso-Sinner: "Chi deve tacere"
2' di lettura

Adriano Panatta non ha dubbi: la finale del Roland Garros tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz è stato un incontro epico, il più intenso e combattuto di sempre. Su La Verità, l’ex campione del 1976, anno in cui vinse Internazionali d’Italia, Roland Garros e Coppa Davis, ha definito la partita, decisa al super tie-break, la più lunga mai vista a Parigi. “Uno spettacolo di tensione emotiva e dispendio energetico”, ha detto, confessando di essersi sentito esausto pur guardandola dal divano.

Per Panatta, il tennis è uno sport diabolico, come suggerisce il titolo del suo libro "Il tennis l’ha inventato il diavolo" (2019). “È logorante, stressante”, spiega, citando Goran Ivanišević: un tennista affronta cinque avversari – giudice di sedia, pubblico, raccatapalle, campo e sé stesso – oltre all’avversario in campo, che paradossalmente è il meno temibile. Panatta, con il suo stile sornione, ha commentato diplomaticamente il tifo francese, spesso contro Sinner: “Alcaraz, mediterraneo e sanguigno, è più empatico; Sinner, con il suo aplomb, educazione e stile, è controllato, ma altrettanto apprezzabile”. La finale è stata un’esplosione di emozioni, uno scontro che ha tenuto incollati gli spettatori, mostrando la natura unica del tennis, sport che sfida mente e corpo. Per Panatta, questo match è stato puro spettacolo, un viaggio estenuante verso il “Paradiso” del trionfo, che conferma la grandezza di entrambi i giocatori.

Jannik Sinner, ciò che nessuno si aspettava: il retroscena sulla finale persa

Gira quell’immagine lì, quella col tabellone che segna 6-4 7-6 5-3 0/40, che ci fa grattare come puntura di...

Poi ai detrattori di Jannik che parlano già di un Sinner "diverso" dopo il rientro per la pausa dovuta al caso Clostebol, ecco che Panatta risponde in modo duro: "E chi la dice ’sta frescaccia? I tuttologi dei social, gli esperti che passano dal discettare di medicina durante il Covid al disquisire di geopolitica sui drammatici scenari di guerra, dall’Ucraina alla Palestina? Se a domandarselo sono loro, direi che non c’è da preoccuparsi. E sa perché? Vorrei fosse chiaro che, al di là dell’umana delusione per la sconfitta di domenica, Sinner ha comunque realizzato un’impresa che ha dell’incredibile, perché alla finale è arrivato con appena una dozzina di partite dopo il suo rientro dai tre mesi di stop". 

Jannik Sinner, teoria-choc: "Perché era vestito così"

Si torna a parlare di Jannik Sinner. E si torna a parlare del look sfoggiato a Parigi. La scelta di Nike per l'abbig...

ti potrebbero interessare

altri articoli di Sport